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Lahlou mescola sesso e Islam I fanatici lo condanna a morte

L'artista dipinge uomini col velo e tacchi a spillo su tappeti da preghiera. Per i fondamentalisti è inaccettabile: fatwa

Giulio Bucchi
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Scarpe rosse con tacco a spillo sopra un tappetino da preghiera, un uomo coperto dal velo e oscenità varie, tipo sequenze della danza del ventre caratterizzate dal dondolio di un membro virile. Sono provocazioni inaccettabili per i fondamentalisti islamici. Così per l'artista Mehdi-Georges Lahlou, figlio di un musulmano e di una cattolica, la fama arriva con la fatwa. Non poteva attendersi nient'altro il fotografo autore di un'opera intitolata Koranic Inlay, in cui compare nudo e istoriato di scritte in alfabeto arabo su diverse parti del corpo, anche intime. Alla prossima edizione della Fiera dell'Arte di Marrakech, che si svolgerà fra il 30 settembre e il 3 ottobre, le opere di Lahlou saranno esposte con estrema prudenza: per non urtare la sensibilità dei musulmani è stato attivato il filtro della censura preventiva. Non è stato comunque sufficiente a impedire che il quotidiano marocchino Attajdid, diretto da Mustapha El Khalfi, del Partito della Giustizia e dello sviluppo, giovedì 15 settembre titolasse: “Scandalo a Marrakech: Invito a un «artista» che utilizza versetti coranici in progetti a carattere sessuale”. Lahlou, per motivi più che comprensibili sarà assente, anche se sul suo sito personale  dichiara di non aver mai voluto insultare gli appartenenti alla comunità islamica. Prova a spiegare che il suo lavoro «tratta principalmente l'apprensione del corpo in un ambiente culturale misto», in modo da «mettere in questione prima di tutto l'estetica legata al religioso in generale», senza che per questo la «nudità» divenga «l'essenza» a scapito del corpo. Eppure, «gli capita di utilizzare la nudità non a scopo provocatorio, ma al fine di interrogare il posto del corpo all'interno di un'eredità tradizionale». Fa altrettanto ritraendo sacerdoti cattolici vestiti con la talare e con tanto di Corano stretto fra le mani a mo' di breviario, nell'altra parte del suo dittico speculare, Biblical Inlay. Nessuna Chiesa cristiana lo aveva scomunicato o messo all'indice per questo. di Andrea Morigi

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