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Benedetto XVI torna a casa sua Ma la Germania preferisce Allah

Inizia oggi il viaggio più difficile per Ratzinger, nel suo Paese viene contestato da gay, politici e vittime dei pedofili

Lucia Esposito
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Chissà se un giorno i berlinesi dedicheranno una strada a Joseph Ratzinger. Al suo predecessore Giovanni Paolo II, questo omaggio è stato negato per impedire lo sfratto di Karl Marx. Nell'euforia dell'elezione del primo Papa tedesco dopo 482 anni, si era pensato infatti di ribattezzare Johannes-Paul-Allee lo stradone d'impronta stalinista intestato al capostipite del marxismo, che attraversa la parte orientale della capitale riunificata. «Karol Wojtyla ha contribuito in modo decisiva al crollo del comunismo e alla caduta del muro di Berlino», esultò il cristiano-democratico devoto Stephan Tromp promotore dell'iniziativa. Ma il progetto fu presto insabbiato e dimenticato, a dimostrazione di quanto contino poco i cattolici nella capitale federale. Invece pesano, eccome, gli eredi della DDR. Negli ultimi dieci anni Berlino è stata governata ininterrottamente da una giunta rossa (Spd e Linke) e il sindaco uscente Klaus Wowereit, socialista, cattolico e gay, è stato riconfermato anche in virtù del suo irriducibile «marxismo rosa». La prima tappa della rimpatriata di Benedetto XVI si annuncia tutt'altro che trionfale. Sarà meno dura nei prossimi giorni a Erfurt, dove è in programma un incontro con i vertici protestanti, e nella roccaforte cattolica di Friburgo per il bagno di folla conclusivo. Nella metropoli sulla Sprea con tre milioni e mezzo di abitanti, la popolazione è in maggioranza luterana. I cattolici sono 320.000 sulla carta, ma meno del 20% va a messa la domenica. In molte parrocchie, per scarsità di sacerdoti tedeschi, il clero è straniero. I cattolici cercano di difendere il secondo posto dalla crescita dei musulmani (250.000) che li hanno già sorpassati per il numero dei luoghi di culto. Le moschee sono diventate 131 e sono rimaste 108 chiese. Il nuovo vescovo Rainer Woelki farà gli onori di casa stasera per la cerimonia eucaristica nell'Olympiastadion, ma per riempire i 70mila posti sono benvenuti i pellegrini da altre diocesi e dall'estero, specialmente polacchi e italiani. Le istituzioni riceveranno Benedetto con tutti gli onori e qualche imbarazzo. Il capo dello Stato Christian Wulff e la cancelliera Angela Merkel sono divorziati risposati. Per la prima volta nella storia della Germania un Pontefice oggi terrà un discorso in Parlamento. C'è grande attesa, anche per il boicottaggio di un centinaio di deputati che vogliono disertare l'evento per protestare contro la dottrina cattolica sul celibato ecclesiastico, l'omosessualità, il controllo delle nascite, i divorziati e le coppie di fatto. Il tutto amplificato, sui media e in piazza, dall'accusa al Vaticano di reticenza sul coinvolgimento dei preti nella pedofilia. Il dialogo con le altre confessioni cristiane sarà uno dei temi centrali del viaggio. Ma il Papa affronterà anche una Chiesa cattolica come quella tedesca molto articolata al suo interno, nella quale sono tornate a farsi sentire in tempi recenti voci di dissenso rispetto al magistero di Roma sulla disciplina del celibato sacerdotale, sul ruolo delle donne e su quello dei laici come sull'autonomia e la collegialità dei vescovi. Ad Erfurt, capitale della Turingia, Benedetto XVI affronterà invece l'appuntamento ecumenico per eccellenza presso l'ex Convento degli Agostiniani: il Pontefice incontrerà i rappresentanti della Chiesa evangelica e parteciperà a una celebrazione ecumenica alla presenza di circa trecento persone. Seguirà la visita al Santuario mariano di Etzelsbach, un luogo caratterizzato in modo particolare dalle persecuzioni comuniste contro i cristiani e questo sarà un appuntamento di grande impatto emotivo. Ultima tappa del viaggio sarà la diocesi di Friburgo, in un'area della Germania fortemente cattolica. Qui il Papa incontrerà l'ex cancelliere tedesco Helmut Kohl, uno dei principali protagonisti del processo di riunificazione tedesca. di Caterina Maniaci e Enzo Piergianni  

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