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Esce la lista dei politici gay Il palazzo sputtanato trema

La vergognosa iniziativa di un sito pirata: fa dieci nomi di onorevoli omosessuali e omofobi. Colpa: hanno votato contro il ddl Concia

Giulio Bucchi
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Via allo sputtanamento. Quello vero, perché anonimo e senza prove. Il blog pirata Listaouting ha pubblicato come promesso la lista dei politici gay ma omofobi, che hanno cioè avuto la "colpa" di opporsi al disegno di legge contro l'omofobia presentato dall'onorevole Paola Concia (Pd) su cui il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna si era astenuta, in disaccordo con la sua maggioranza. Era un pasticcio, a fortissimo rischio di incostitunzionalità, ma poco importa. Il blog ci marcia e spara dieci nomi e cognomi, tutti del centrodestra. Tutte figure di primissimo piano: due sottosegretari di peso, un governatore di una Regione di primo piano, un ministro bene in vista, deputati, ex ministri spesso nei salotti tv. Dei politici coinvolti è uscito allo scoperto Massimo Corsaro, vicepresidente vicario del Pdl alla Camera, che la butta sul ridere: "Mi era giunta notizia che il mio nome sarebbe stato strumentalmente inserito in un elenco infamante. Per un attimo ho temuto che mi inserissero in quello degli interisti occulti. Tutto sommato meglio così...". E l'altro chiamato in causa, Mario Baccini (Pdl), rivendica: "Gay io? Ma se sono pieno di donne...". "Vergognosa intimidazione" - Per il sottosegretario Carlo Giovanardi si tratta di una operazione "vergognosa e indecente", mossa da una minoranza di movimenti gay "che ricorre ad ogni mezzo per intimidire e minacciare di rappresaglie chi non condivide le sue rivendicazioni". Secondo la Polizia postale, però, "non è stato ravvisato nessun reato e per ora nessuna denuncia è arrivata ai nostri uffici". Sinora comunque nessuna segnalazione anche perché l'Italia ha firmato il Trattato di Lisbona nel quale vengono proclamati il diritto alla non discriminazione, basata anche sull'orientamento sessuale. Gogna e vergogna - Una gogna non tanto perché quei dieci politici, di cui Libero ha deciso di non pubblicare i nomi, vengono definiti "gay" (non è un reato essere omosessuali, è un diritto voler tenere privata la propria vita sessuale), quanto perché si sfrutta la polemica politica come pretesto per un pugno di click in più. Dal gay pride alla vergogna, proprio nei giorni in cui un lettore, dalle pagine di Libero, ha invitato la società civile, etero e omosessuale, di destra e di sinistra, a superare stereotipi e luoghi comuni. La battaglia per i diritti civili, però, non si combatte con le armi di Listaouting. Il ministro Carfagna protesta: "Una bufala, cinica e violenta. Diffamazione gratuita che non aiuta certo la causa della lotta contro l'omofobia, anzi, fomenta l'intolleranza e, quindi, la violenza". E se la pensano così anche Grillini, Concia & Co ("Solo pubblicità, non si spara nel mucchio"), significa che l'autogol è completo.

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