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Il piano del Cav per far fuori Giulio

Logorare Tremonti. Il premier non ha digerito l'assenza al voto per salvare Milanese. Pronte le 'sorprese': pensioni e dismissioni

Andrea Tempestini
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Le quotazioni del rapporto tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti si sono inabissate forse definitivamente dopo la fuga del ministro a Washington in occasione del voto sull'arresto dell'ex consigliere Marco Milanese. Come sottolinea il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, forse i due non si sono mai davvero amati. "Forse c'è stato un momento magico ai tempi dell'accordo con la Lega". Tempi andati. In guerra - Oggi, addirittura, pare che i due si siano tolti il saluto, e che si rifiutino di parlare anche attraverso interposta persona. Silvio inoltre guarda con sospetto il Superministro, "convinto che Giulio lavori per prendere il suo posto". Ma Tremonti non è popolare in ampi settori del Pdl e, prosegue Belpietro, "qualcuno sarebbe pronto a mandare a casa l'esecutivo pur di mandare a casa lui". E quale migliore occasione della rabbia di Berlusconi dopo l'assenza alla Camera al voto su Milanese? Logorarlo - Così, continua il direttore di Libero, quella contro il ministro è "un'offensiva che rischia di trovare successo, in quanto scatenata nel periodo di maggior ribasso delle quotazioni del deus ex machina di via XX Settembre". Dopo gli attacchi degli ultimi giorni, qualcuno si aspettava addirittura un passo indietro del ministro. Che non è arrivato. Così Berlusconi ha messo a punto una strategia: "Logorarlo e fargli saltare i nervi. In pratica - spiega Belpietro - si tratterebbe di esautorarlo togliendogli il potere decisionale". Le sorprese - Quando Tremonti tornerà da Washington, quando avrà chiuso la girandola d'incontri al Fondo monetario internazionale, troverà una serie di sorprese che faticherà a digerire, "a cominciare dalle pensioni fino alle dismissioni del patrimonio dello Stato". Secondo Belpietro si tratta di "una specie di nuova manovra finanziaria", che al contrario delle precedenti non reca la firma in calce di Tremonti, sempre più "un ministro tra i tanti", fino a che, forse, ministro non sarà più. E Berlusconi avrebbe già deciso con chi rimpiazzare Tremonti: con Berlusconi.

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