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Il ribaltone: Tarantini torna a casa

Il Riesame di Napoli cambia tutto. Pur di affondare il Cavaliere 'scovano' un reato. La competenza passa da Napoli a Bari

Andrea Tempestini
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Il tribunale del Riesame ribalta tutto. L'obiettivo è stringere Silvio Berlusconi, piegarlo, costringerlo ad arrendersi soffocato dall'assalto giudiziario. Napoli sorprende tutti. La decisione più attesa era quella relativa alla competenza per il presunto ricatto ai suoi danni operato da Gianpaolo Tarantini, da sua moglie Angela Devenuto e dal direttore dell'Avanti, Valter Lavitola: Napoli oppure Roma? Né una città, né l'altra: il Riesame di Napoli ha deciso che la competenza sulle indagini spetta a Bari. La ratio della decisione affonda le sue radici in un ulteriore colpo di scena, ventilato negli ultimi giorni ma a cui era difficile credere: pur di colpire il premier si scova un capo di imputazione. Le toghe hanno deciso: Berlusconi non è da ritenersi vittima di un ricatto. Semmai, il Cav, è responsabile del reato previsto dall'articolo 377 bis del codice penale per aver istigato un indagato - Tarantini -  a fare dichiarazioni false (o mendaci, come è in voga dire negli ultimi giorni) alle autorità giudiziarie. "Un trappolone, come previsto". Maurizio Belpietro su LiberoTv "Berlusconi sapeva che erano escort" Il blitz - Berlusconi da parte offesa, da testimone (che ha rifiutato di farsi interrogare dai pm di Napoli), grazie all'ennesimo blitz delle procure, balza così dalla parte degli indagati. Secondo il teorema dei pm, avrebbe indotto Gianpi a dichiarare il falso. La decisione del Riesame partenopeo è arrivata dopo una Camera di consiglio fiume, durata 14 ore, e soltanto cinque minuti prima della mezzanotte, quando sarebbero scaduti i termini utili per pronunciarsi. Scarcerato Tarantini - Contestualmente, il riesame di Napoli ha propeso per la scarcerazione di Tarantini mentre ha confermato l'ordine di custodia emesso dal gip a carico di Valter Lavitola, tutt'oggi latitante a Panama. Per conoscere le motivazioni che hanno spinto la corte a questa serie di decisioni sorprendenti sarà necessario leggere le 30 pagine in cui vengono argomentate nel dettaglio. Per quel che si è potuto dedurre dalla sola lettura del dispostivo, i giudici hanno ritenuto sussistente il reato di "induzione al mendacio": secondo il teorema delle toghe Lavitola, seguendo le imbeccate di Berlusconi, avrebbe svolto il ruolo di ispiratore delle false dichiarazioni rese da Gianpi sia a Bari sia a Napoli. La competenza - Per quel che concerne la competenza, secondo l'ordinanza emessa nella notte, a procedere dovrà essere il pool di Bari. Addio Napoli, dunque. Secondo quanto stabilito dal Riesame l'ufficio giudiziario del capoluogo pugliese è competente poiché in quella sede sarebbero state rese le prime dichiarazioni false di Tarantini. Il prossimo passo, non ancora ufficiale, è semplice da immaginare: la procura di Bari accoglierà le istanze del Riesame e iscriverà Berlusconi nel registro degli indagati. L'accerchiamento continua e cresce d'intensità. Dopo il 'precedente' del caso Unipol (dove le toghe pur di continuare il lavoro ai fianchi del Cavaliere avevano respinto la richiesta di archiviazione, pressoché un unicum giudiziario), da Napoli arriva un'altra decisione  inaspettata e inaspettabile: viene ribaltata sia la tesi dei pm di Napoli - che rivendicavano la competenza sull'indagine -, sia la decisione del gip Amalia Priamvera, che aveva propeso per spostare la competenza dal capoluogo campano a Roma.

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