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Il ministro: "Giustizia malata"

Alla Camera si decide la sorte del ministro. La sua difesa: "Parlamento ostaggio di giudici senza responsabilità. Processo fatto in piazza"

Veneziani Gianluca
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Si decide la sorte del ministro dell'Agricoltura Savero Romano, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, per cui l'opposizione ha chiesto la sfiducia in Parlamento. L'esito del voto pare scontato: la sfiducia verrà respinta. Un esito logico, perché come sottolinea il vicedirettore di Libero, Massimo De Manzoni, sono troppe le stranezze di un'inchiesta riesumata dopo anni passati in ghiacciaia. E anche perché, come ha spiegato il ministro dell'Interno Roberto Maroni nei giorni scorsi, "non si capisce in base a quale ragione si debba accogliere questa sfiducia". L'intervento in aula - In aula il ministro ha bollato la mozione di sfiducia come un fatto "odioso" e ha spiegato: "Questa vicenda dimostra comunque la malattia del nostro sistema giudiziario. Se per 8 anni un uomo politico colpevole è stato tenuto libero la giustizia ha fallito. Se invece un innocente è stato tenuto sulla graticola mi sembra un tempo interminabile, che non deve essere consentito per nessuno". Romano ha aggiunto: "In questi mesi mi è stato tolto l'onore, perché i processi sono stati trasferiti in aule improprie, nelle piazze e in Parlamento". E ancora: "Non possiamo tenere un Parlamento sotto il ricatto delle inchieste giudiziarie. Quello che un tempo era l'ordine giudiziario è diventato centrale nella vita democratica del nostro Paese, ha soverchiato il Parlamento, ne vuole condizionare le scelte - ha insistito -. Non lo dico per citare ancora una volta sir Francis Bacon, ma perché sono convinto che il potere deve corrispondere alla responsabilità". Secondo Romano è necessario stare "molto attenti" poiché "c'è un principio che una volta disatteso diventa uno sbrego per la nostra democrazia ed è il principio di legalità, cosa diversa dai principi giustizialisti cui non mi accomodo. C'è una sparuta pattuglia di magistrati - ha concluso - che per loro stessa ammissione, insieme ad alcuni movimenti politici, vorrebbero realizzare una democrazia etica anzichè una democrazia aritmetica". "Ha la coscienza a posto" - In precedenza il ministro appariva sereno, almeno stando a quanto riferito da uno dei suoi fedelissimi, il deputato del Pid Pippo Gianni. "Saverio ha la coscienza a posto. La maggioranza voterà no alla sfiducia". Romano era apparso martedì sera a Montecitorio, stringendo molte mani, ma rilasciando poche dichiarazioni. L'unico commmento era stato di carattere politico. "Questa vicenda - aveva detto - è solo l'ennesimo tentativo dell'opposizione di mandare a casa Berlusconi". Le falsificazioni sulla stampa - In mattinata il titolare del dicastero dell'Agricoltura si era presentato in aula sottobraccio al capogruppo della Lega, Marco Reguzzoni, e ha scambiato qualche battuta con i cronisti. "Ascolterò gli interventi - aveva detto - e  quando il presidente mi darà la parola, dirò due cose". Poi un riferimento ad alcune imprecisioni, se non vere e proprie falsificazioni, pubblicate sui giornali nell'ultima settimana.  "In questi giorni - ha sostenuto Romano - da parte di alcuni giornali e di alcune trasmissioni televisive, ho letto e visto molta confusione. Io non ho mai avuto un processo, un rinvio a  giudizio, una condanna. Oggi la Camera vota soltanto un atto parlamentare". Il ministro lavorava anche, per sua stessa ammissione, per convincere la maggioranza a respingere la sfiducia. Nei giorni scorsi, con una battuta, Romano aveva detto che avrebbe convinto il Pd a non votargli la sfiducia. sicuro di creare una "crisi di coscienza" anche nell'opposizione. Martedì, invece, ha mostrato che il suo obiettivo è tenere compatta la maggioranza sul "no". Il voto sarà palese - A fronte di alcuni sì certi, come quelli di Nucara e di Mannini, delle voci di presunti "maldipancisti" come Giovanardi, Versace, Buonfiglio e Pionati, Romano dovrebbe avere i numeri perché la sfiducia non passi. Il precedente di Marco Milanese sembra alimentare l'ottimismo. D'altronde, Romano ha ottenuto rassicurazioni anche dalla Lega che, tramite il suo capogruppo Marco Reguzzoni, ha confermato: "Il Carroccio dirà no alla sfiducia"; e dal leader di Forza Sud, Gianfranco Micciché, che ha detto esplicitamente: "Cosa deve temere Saverio? Voteremo tutti per lui". Ad aumentare la fiducia del ministro Romano contro la "sfiducia" c'è anche il fatto che si tratterà di un voto palese, che dovrebbe metterlo al riparo dai colpi dei franchi tiratori. Intanto il ministro fa sapere di non aver sentito il premier Silvio Berlusconi: "Era impegnato nell'incontro con Tremonti". Il presidente del Consiglio ha però ricevuto questa mattina, insieme a Denis Verdini, proprio Francesco Nucara, il leader dei repubblicani, che aveva suscitato malumori nel Pdl, dicendosi disponibile a votare sì alla sfiducia.

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