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Tutto lo stress delle indagini: Penati ormai è fuori controllo

Prima lascia il consiglio indignato, poi si contraddice con 2 versioni opposte sul caso Serravalle: Filippo non regge più

Costanza Signorelli
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C'è una persona che in questo momento comincia a capire cosa significhi vivere la tensione di un'indagine che pende sulla propria testa: i pm che interrogano, gli inquirenti che passano al setaccio la tua vita, i carabinieri che bussano alla porta. E' Filippo Penati. L'ex sindaco diessino di Sesto San Giovanni nonchè ex presidente della Provincia di Milano in quota Pd è infatti pluri indagato per corruzione e finanziamento illecito del partito per via di un giro di presunte mazzette con imprenditori oltre che per aver intascato tangenti in seguito all'acquisto da parte della Provincia di azioni della società Milano Serravalle. La pressione lo schiaccia - Bene, Penati non regge più. La pressione delle vicende giudizarie che lo coinvolgono da oltre un mese, lo sta evidentemente schiacciando. Perché più si procede nelle indagini più si scopre che quello che pareva un evento illecito isolato in realtà fa parte di un sistema articolato che lo vede in prima linea. Così la pressione psicologica lo porta a compiere azioni e dire cose prive di logica, dove il filo conduttore pare una visione della realtà al contrario. E forse Penati si rammaricherà di tutte le critiche al premier Silvio Berlusconi perché mai come ora può capire cosa deve sopportare un uomo che, non da un mese ma da una vita intera, ha vissuto sotto la pressione costante delle indagini.  Chi potrebbe resistere? Penati si offende e se ne va - Molti sono i segni di cedimento dell'ex presidente della Provincia. Come il fatto di martedì, quando Pentati in qualità di consigliere regionale - perché si è si sospeso dal Pd ma mantiene la poltrona di cosigliere nel gruppo misto - proprio metre si stava dibattendo sullo scandalo del cosiddetto Sistema Sesto e sulle accuse a suo carico, si è alzato indignato lasciando la seduta. Secondo Penati infatti si trattava "di un dibattito inutile" finalizzato alla sola "strumentalizzazione politica". Insomma quando è lui a dover puntare il dito contro gli altri va tutto bene, ma quando è lui l'indagato allora si parla di strumentalizzazione politica. Una visione un tantino contradditoria. Caso Serravalle - Sul caso Serravalle martedì Penati ha spiegato: "Se c'è uno ad essere responsanile della vicenda Serravalle questo è Albertini (Gabriele, l'ex sindaco di Milano, ndr) che ha rifiutato non solo i 270 milioni che gli offrimmo noi prima dell'aqcuisto di Gavio, ma anche l'offerta da parte della Colli". E così Penati trova finalmente il colpevole della vicenda per cui è lui stesso ad essere indagato. Ma se martedì il responsabile è Albertini reo di non aver voluto acquistare le quote della Milano/Serravalle, non più tardi di mercoledì lo scenario cambia. Sempre Penati: "Furono De Corato, Masseroli e la Lega ad impedire ad Albertini nel marzo-aprile 2006, di vendere il 18% del capitale sociale di Milano Serravalle". Dunque nel giro di 24 ore Albertini passa da colpevole a vittima, i responsabili diventano De Corato e Masseroli e lui ovviamente rimane pulito, anche se nella realtà dei fatti è l'unico ad essere indagato.

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