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Bertinotti rispunta col machete "Ma quant'è bella la rivolta"

Fausto choc incita alla violenza: "Stiamo con i movimenti che respirano l'aria ribelle, l'unica in grado di portare a rottura"

Andrea Tempestini
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Il subcomandante Fausto riemerge dalle foreste del Chiapas con il machete tra i denti. Il linguaggio ricorda quello del 1998, quando tolse l'appoggio al primo governo di Romano Prodi, facendolo naufragare. Così Bertinotti propone la sua ricetta per trasformare la politica di oggi: "Si tratterebbe di accompagnare i movimenti che respirano l'aria della rivolta, la quale è la sola che, a sua volta, può alimentare quella rottura da cui possa rinascere un pensiero critico radicato nell'esperienza sociale, un processo di trasformazione e la resurrezione della sinistra. La rottura del recinto - chiosa - ne è oggi la prima condizione". Fausto prende per mano le (invocate) violenze di piazza. "Nessun riformismo" - La riflessione del compagno Bertinotti arriva nel momento in cui Vendola e Sinistra e Libertà cercano un accordo con Pd e Idv in vista della formazione di una sinistra che si candidi al governo. Bertinotti, di Sel, ne favorì la nascita. E spiega chiaro e tondo come oggi il movimento debba avere priorità differenti. Nel numero appena uscito di Alternative per il socialismo, la rivista da lui diretta, l'ex presidente della Camera sottolinea: "Nessun riformismo - né borghese, né di sinistra - è capace di diventare soggetto politico consistente nella crisi del capitalismo finanziario globalizzato. La politica c'è, ovviamente. Ma non c'è alcuna autonomia di questa politica". Quindi tanto vale propendere per la guerriglia, per lo scontro di piazza, o per la "rivolta", come la definisce Fausto. La politica, continua con iperuranico linguaggio, "è invece sussunta dentro decisioni la cui cornice si presenta, all'interno del recinto, come oggettiva, come obbligatoria, come ineluttabile". La manifestazione di Nichi - Chissà come prenderà Nichi Vendola i consigli di Bertinotti, suo padre putativo. Nichi ha dato appuntamento ai suoi per sabato in piazza Navona, dove si terrà una manifestazione che ha come parola d'ordine "Ora tocca a noi". Si tratta della prima iniziativa nazionale del partito dopo che Vendola ha siglato l'accordo di massima per dare vita a una nuova ammucchiata in compagnia del Pd di Pier Luigi Bersani e dell'Idv di Antonio Di Pietro. La speranza è quella di riuscire a riunire i cocci della sinistra. Nichi è pronto ad avventurarsi in una grande stagione riformista. Ma appena fa un passo arriva la bastonata di Fausto, che lo invita a rompere il recinto. E invita i compagni alla rivolta.

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