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Prodi ha una soluzione "Chiunque è meglio del Cav."

Mortadellone verga sul Messaggero un editoriale in cui si scaglia contro Berlusconi e auspica un cambiamento

Andrea Tempestini
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Il nome di Romano Prodi, nelle ultime settimane, è tornato a farsi sentire, tra predicozzi su Atene ("che andrebbe punita", peccato però che in Europa ce la portò, tra gli altri, anche lui) e l'annuncio delle prossime teleprediche economiche su La7. Non poteva mancare così un'appendice politica del Mortadellone, che spara contro Silvio Berlusconi. "Dopo la drammatica estate che abbiamo passato bisogna giungere alla conclusione che, pur navigando in un mare in tempesta, qualsiasi nuovo timoniere è meglio di quello esistente e che il rischio di un cambiamento è certamente preferibile alla certezza che la nostra nave vada a schiantarsi contro gli scogli". Il pensiero ha trovato spazio in un editoriale del Messaggero, in cui viene asprammente criticato l'operato del governo. Sulla manovra economica - "Prima dell'inizio delle ferie estive - continua il leader della sinistra che fu - avevo scritto che in presenza di fortissime tensioni economiche e finanziarie della zona euro una crisi di governo sarebbe stata inopportuna. Poi è arrivato agosto. La speculazione e le incertezze politiche sono aumentate di intensità e, in aggiunta, le previsioni e i dati sulla crescita sono stati ovunque corretti al ribasso. (...) Di fronte a questo stato di fatto - ecco l'accusa di Prodi - la reazione del governo italiano non è stata, sotto alcun aspetto, all'altezza della situazione. Le successive manovre economiche si sono distinte per la loro insufficienza, frammentarietà e contraddittorietà". "Cacofonia" e "comportamenti singolari" - "Le nostre incertezze e le nostre liti di agosto, con la quotidiana disputa tra il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia e tra quest'ultimo e tutti gli altri ministri, hanno prodotto un ulteriore drammatico deterioramento dell'immagine dei nostri vertici governativi", continua l'ex premier. "Questa cacofonia, unita a comportamenti personali del tutto singolari, ha provocato, all'interno del Paese, il distacco dall'esecutivo di molti dei pilastri che lo avevano sostenuto, a partire dalle associazioni di piccoli imprenditori e della Confindustria, e a un raffreddamento di quella parte delle gerarchie ecclesiastiche e di quei sindacati che, finora, avevano sostenuto il governo. (...). Il giudizio negativo - conclude la sua invettiva Prodi - è ancora peggiore all'estero, dove a livello di classe dirigente non vi è più fiducia che vengano prese le decisioni necessarie, mentre a livello popolare l'Italia è oggetto di ironia, scherno e derisione". Forse Romano, nonostante le perenni smentite, non vede l'ora di riciclarsi (e non solo in televisione).

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