Triste storia del dott. Steinman Vince il Nobel ma è già morto

Lucia Esposito

E' una storia bella e brutta quella del biologo Raph Steinman. E' la storia di un medico che ha studiato tutta la vita, ore e ore chiuso in un laboratorio che a un certo punto realizza il sogno di tutti gli scienziati: il Nobel.    La premiazione è arrivata oggi. Ma Steiman non c'è più. Non ha fatto in tempo a sapere di avere ottenuto il prestigioso riconoscimento perché è morto sabato. La sua morte, annuncia oggi la Rockefeller University, è avvenuta il 30 settembre scorso a causa di un cancro al pancreas contro il quale stava lottando da quattro anni. Era riuscito a resistere il piu' possibile alla malattia grazie ad una terapia che egli stesso aveva scoperto, basata sulle cellule dendritiche, le sentinelle del sistema immunitario per la cui scoperta ha avuto il Nobel. Gli bastavano solo due giorni, almeno il tempo di sapere che i suoi studi sono state premiate con il più ambito riconoscimento. Ma non c'è l'ha fatta. Gli esploratori. Il Nobel per la Medicina 2011, oltre che a Steinman, è andato agli ''esploratori'' del sistema immunitario: l'americano Bruce Beutler, 54 anni, il lussemburghese Jules Hoffmann, 70 anni premiati per il contributo rivoluzionario che hanno dato alla comprensione delle difese dell'organismo. Le loro ricerche hanno permesso di chiarire come funziona a tutto tondo il sistema immunitario, dalle prime linee di difesa che entrano in gioco non appena si presenta una minaccia esterna, alle cellule che entrano in azione successivamente per cacciare gli intrusi e che aiutano il sistam immunitario a ''ricordare'' quali sono i suoi nemici. In questo modo e' stato possibile comprendere non solo i meccanismi con i quali l'organismo si difende dalle aggressioni esterne, come quelle di virus e batteri, ma anche da quelle interne, come accade nelle cosiddette malattie autoimmuni, come l'artrite reumatoide. Le ricerche. Gli studi condotti dai tre Nobel hanno anche aperto la strada allo sviluppo di nuove strategie di prevenzione, la piu' recente delle quali punta a vaccini capaci di spingere il sistema immunitario ad aggredire le cellule tumorali. Importante anche il contributo delle loro ricerche nel favorire nuove strategie di cura contro le malattie infiammatorie. Beutler e Hoffmann dividono la meta' del premio per avere scoperto come funziona la ''prima linea'' delle difese immunitarie. Hanno individuato infatti i recettori delle proteine che risvegliano la reazione del sistema immunitario nel momento in cui riconoscono batteri e virus. L'altra meta' del premio e' stata assegnata a Steinman per la scoperta delle cellule dendritiche, specializzate nel ''catturare'' gli intrusi e fondamentali per la memoria immunutaria.