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Il dopo Jobs delude i fan Apple iPhone5 non arriva, c'è il 4s

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Non è il modello 5 ma si chiama 4s quello promosso nell'ultima presentazione. E Wall Street non gradisce: ribasso del 4%

Andrea Tempestini
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Magari sarà che, nonostante la stessa camicia nera, lo stesso sfondo sfumato sulla stessa mela morsicata, lo stesso palco misterico e la stessa liturgia, Tim Cook non è Steve Jobs. Ci somiglia, ma non lo è. O sarà che la presentazione dell' iPhone5 da parte del nuovo ad Apple non è quella dell'iPhone5, bensì dell'iPhone 4S: un mostricciattolo col cuore dell'iPad 2 ma -diciamolo- un po'un po' meno figo. Sarà per questo che il nuovo melafonino non convince Wall Street; e il titolo della compagnia ieri viaggiava con ribasso del 4%,  sebbene dalle dimissioni di Jobs le azioni Apple siano cresciute del 7,2% superando il massimo storico, arrivando a 411,50 dollari per azione (quota psicologica che l'ha resa l'azienda più capitalizzata del mondo, 380 miliardi di dollari). Ma queste sono disquisizioni tecniche. Diciamo che senza il Genio Jobs l'evento Apple ha dimensioni più umane. Non è la stessa cosa.  La notizia, data in mondovisione, è che il nuovo iPhone, oltre ad essere «più potente e capace», parla. Parla proprio. Nel suo guscio ipertecnologico, infatti, ha incorporato Siri, un “assistente vocale”. Siri è un po'come Kitt, la supercar logorroica dei telefilm anni 80 . Permette di controllare iPhone usando semplicemente la voce, pronunciando comandi come  “Invia un sms a questa persona” oppure “Che tempo fa”, oppure “Dimmi dove sono”. Lo smartphone  comprenderà in tempo reale l'input vocale e fornirà risposte appropriate sullo schermo e in audio. Il sistema è in grado di riconoscere comandi strutturati, come “metti la sveglia domattina” o “trovami il miglior ristorante vietnamita della città”. Può funzionare con applicazioni preposte e migliora la resa col tempo; più lavora e più apprende, come un bimbo. Per noi giornalisti in ritardo sulla scrittura dei pezzi, sarà una specie di dattilografa personale infilata nel taschino. Per ora c'è la versione in inglese, tedesco e francese: quella in italiano è prevista tra qualche mese. Forse. Il nuovo modello sarà sette volte più veloce e avrà un software in grado di sincronizzare i contenuti senza dover collegare il dispositivo al Pc o al Mac. Evabbè. Altre notizie da Cupertino stanno nell'annuncio delle potenzialità di iCloud, la nuvola digitale di Apple che sincronizza i propri contenuti su tutti i dispositivi. Ma ad essere cruciale è il rinnovamento di iPhone: a partire dal suo lancio nel 2007, iPhone è diventato una mostruosa macchina da soldi: nel 2010 ha rappresentato il 39% del giro d'affari complessivo della compagnia stimato in 65,2 miliardi di dollari. Nel primo trimestre del 2011 ha sfiorato il 50%. Di iPhone, insomma, aumenta la dipendenza. Uno studio sul New York Times ha appena accertarto che  dimenticare il melafonino a casa «provoca sensazioni di vuoto e stress emotivo. E la suoneria è tra i dieci suoni che causano le emozioni più forti, collocandosi al terzo posto, dopo il pianto del figlio e il gingle di apertura del computer». Emozionante, ma terribile. di Francesco Specchia

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