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Troppi "mizzica" nelle sue opere "Shakespeare è siciliano"

Il dubbio amletico del presidente del consiglio comunale di Messina. Scrive alla Regina d'Inghilterra: forse non è nato in Inghilterra

Lucia Esposito
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I siciliani vogliono prendersi William Shakespeare. Il ragionamento è questo: uno che nasce a Statford on Avon perché mai ambienta 15 dei suoi 37 drammi in Italia? E perché mai dovrebbe farcire la sua commedia  "Much ado abuout Nothing" di espressioni tipicamente sicialini tipo "mizzica"? E ancora: lo stesso titolo "Molto rumore per nulla" richiamerebbe il detto "Tantu trafico ppi nenti"scritto da Michelangelo Florio nel 1579, mentre il volumetto «I secondi frutti», scritto sempre da Florio e pubblicato nel 1583, conterrebbe molte citazioni presenti nell'Amleto, scritto molti anni dopo. Per questo i presidente del consiglio comunale di Messiana, Giuseppe Previti, ha inviato una lettera direttamente alla Regina Elizabeth Alexandra Mary, all'ambasciata italiana a Londra, al ministero per i beni culturali e a quello per gli affari esteri, per affermare le origini siciliane del drammaturgo.  Il consiglio comunale di Messina ha concesso lo scorso 8 agosto la cittadinanza onoraria post mortem a Shakespeare e l'inserimento del suo nome nell'albo degli uomini illustri. Alcuni studiosi sostengono infatti che William Shakespeare sia proprio lo stesso Michelangelo Florio, nato a Messina il 23 aprile 1564 (stessa data del drammaturgo) da Giovanni Florio e Guglielmina Crollalanza. Scappato in Inghilterra per sfuggire all'Inquisizione, Michelangelo avrebbe preso nome e cognome della madre trasformandolo nella traduzione letterale inglese, William Shake(scrolla)-Speare(lancia).

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