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Assist di Draghi a Berlusconi "Calano i redditi. Dell'1,5%"

Duro intervento del governatore Bankitalia che spiega: "L'Italia penalizza i giovani". I dati sul reddito dicono l'opposto

Andrea Tempestini
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Mario Draghi non usa mezzi termini: "Le difficoltà dei giovani sono proccupanti, perché le loro prospettive sono incerte e si sta mettendo a rischio il loro futuro è quello del Paese". Questo l'allarme del governatore uscente di Bankitalia, che sottolinea come "le difficoltà incontrate dalle giovani generazioni devono preoccuparci. La crisi che dal 2008 ha colpito l'economia mondiale - ha aggiunto - ha acuito drammaticamente il problema perché i giovani sono fra coloro che ne subiscono i contraccolpi più forti". Draghi snocciola poi alcune cifre. Secondo le stime di Bankitalia, "tra il 2007 e il 2010 il reddito equivalente, ovvero corretto per tenere conto della diversa composizione familiare, sarebbe diminuito in media dell'1,5 per cento". Una frase che suona quasi come un assist al governo. Nel suo intervento il governatore di Bankitalia ha tratteggiato un quadro a tinte foschissime, eppure il calo del reddito si fermerebbe a 1,5 punti percentuali. Una flessione tuttosommato lieve, in tempi di magra che coinvolgono l'Europa intera. "Il calo - ha proseguito Draghi - sarebbe stato più forte, oltre il 3%, tra i nuclei con capofamiglia di età compresa tra i 40 e i 64 anni, proprio per le minori entrate degli altri componenti.  All'opposto, sarebbe aumentato il reddito dei nuclei con capofamiglia di 65 e più anni. Nel complesso - ha chiosato il presidente di via Nazionale - la condizione di povertà economica delle famiglie con figli si è aggravata". "Prospettive incerte" - Nel corso del suo intervento in un convegno a Siena, Draghi ha spiegato che "specialmente nel nostro Paese le prospettive di reddito delle nuove generazioni sono più che mai incerte. Il loro contributo alla crescita è frenato in vario modo dai nodi strutturali che strozzano la nostra economia. Si stanno sprecando risorse prezione, stiamo mettendo a repentaglio non solo il loro futuro ma quello del Paese intero". Per quel che riguarda i giovani, ha aggiunto il prossimo presidente della Banca Centrale Euorpea, "c'è un problema di inutilizzo del loro patrimonio di conoscenza, della loro capacità di innovazione. La bassa crescita dell'Italia negli ultimi anni è anche riflesso delle sempre più scarse opportunità offerte alle giovani generazioni di contribuire allo sviluppo economico e sociale con la loro capacità innovative, la loro conoscenza, il loro entusiasmo". "Ora riforme strutturali" - Draghi ha poi posto l'accento sulla "priorità assoluta" della politica economica, che devgono essere "le riforme strutturali, indispensabili per uscire dalla stagnazione". Secondo il numero uno di Palazzo Koch, "occorre rimuovere una serie di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all'attività economica, definire un più favorevole contesto istituzionale per l'attività delle imprese, promuovere una maggiore accumulazione di capitale fisico e di capitale umano". La povertà economica delle famiglie, ha poi spostato il punto del suo intervento, "si è aggravata con la crisi. La caduta dell'occupazione - ha aggiunto - ha interessato in prevalenza i figli conviventi e quindi i nuclei familiari plurireddito".

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