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Il signor Finocchiaro nei guai Appalti milionari senza gara

Senatrice Pd imbarazzata: abuso d'ufficio per Melchiorre Fidelbo, la Regione Sicilia ha dato lavori senza alcun bando

Carlotta Addante
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Il marito c'è ma non si vede, ha scritto qualcuno a proposito di donne famose come Anna Finocchiaro. In effetti, il consorte del capogruppo Pd al Senato, tale Melchiorre Fidelbo, a parte qualche rara apparizione in eventi ufficiali romani, è più noto nella natìa Catania, che nel resto del Continente. Noto anche alla Finanza e alla procura, visto che risulta iscritto nel registro degli indagati. Di professione fa il ginecologo, però è anche amministratore della Solsamb srl, società creata ad hoc per produrre software nel settore sanitario. E qui sta il problema. Perché la Solsamb, secondo i pm, ha ottenuto in modo illegittimo un appalto milionario, poi revocato, per realizzare il progetto di Presidio territoriale di assistenza (Pta) di Giarre, una ex “Casa della Salute”, come si chiamavano con Totò Cuffaro. Un finanziamento pubblico di 1,7 milioni di euro senza alcuna gara. Ragione per cui la Finanza ha voluto vederci chiaro e ora, chiuse le indagini, Fidelbo è indagato per abuso d'ufficio con altri tre: il direttore amministrativo dell'Asp, Giovanni Puglisi, l'ex direttore dell'Azienda sanitaria provinciale di Catania, Giuseppe Calaciura, militante Mpa, e la responsabile del procedimento, Elisabetta Caponetto. Gli avvisi di chiusura delle indagini sono stati firmati dal procuratore reggente, Michelangelo Patanè, e dal sostituto Alessandro La Rosa, e notificati dalla Finanza del capoluogo etneo. Pesante l'accusa nei confronti del marito della lady di ferro del Pd. Il ginecologo-imprenditore avrebbe «concorso nella qualità di istigatore o determinatore» con Calaciura, «predisponendo l'atto di convenzione dell'appalto» allegato alla delibera n. 1719 del luglio 2010 al centro dell'inchiesta. Un atto che avrebbe procurato «un ingiusto vantaggio patrimoniale» alla società del consorte, consistito nell'affidamento diretto dei lavori (sempre senza gara) e al pagamento di una prima tranche di 175mila euro, proveniente dalla quota del co-finanziamento Stato-Regione, previsto dalla Finanziaria del 2007, quando al governo c'era Prodi e ministro della Salute era la diesse Livia Turco. I tempi, in questa vicenda, sono importanti. E anche le alleanze, con l'Mpa di Raffaele Lombardo che si ritrova in giunta il Pd della Finocchiaro (sconfitta alle Regionali del 2008 dallo stesso Lombardo). Pure Il Fatto di Padellaro e compagni affonda la lama sulle strane coincidenze dell'affare di Giarre. Nel 2007, appena pubblicato in Gazzetta il Piano sanitario nazionale, il Consorzio sanità digitale (di cui la Solsamb detiene il 50% delle quote) ha presentato la bozza per la Casa della Salute. Allora il costo dell'opera si aggirava sul milione, poi con Lombardo il prezzo è lievitato del 17% e il Cda del Consorzio ha stabilito che tutti i proventi saranno incamerati dalla stessa Solsamb. Ma di gare d'appalto, in tre anni, neanche l'ombra. La giustificazione di Fidelbo è che il progetto non aveva bisogno di gare perché «opera dell'ingegno», e comunque non vi era alcuna connessione tra il suo incarico di amministratore e il ruolo della moglie, estranea all'inchiesta. Però, all'inaugurazione in pompa magna nel novembre 2010, l'inflessibile senatrice era presente, con l'assessore Massimo Russo, che poi ha mandato gli ispettori. E ai cittadini di Giarre che le gridavano: «Finocchiaro vergogna», rispondeva secca: «Vergogna di che?». In Sicilia se lo ricordano ancora bene. di Brunella Bolloli

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