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Slovacchia, no al salva-Stati: la Grecia è sempre più debole

Il Parlamento di Bratislava boccia il piano per allargare il fondo. I falchi sono i liberali: "Inammissibile". Atene ora ha più paura

Andrea Tempestini
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La Slovacchia dice di no all'allargamento fondo salva-Stati. Solo Bratislava, a differenza degli altri 16 Paesi della moneta unica, ha chiuso la porta in faccia alla Grecia, che ora trema ed è più fragile di quanto sia mai stata. La bocciatura è stata votata dal parlamento nonostanet il fatto che il governo - favorevole - avesse posto il voto di fiducia: erano necessari 76 'sì' ma ne sono arrivati soltanto 55. Ovvio il destino dell'esecutivo slovacco, destinato ora a cadere. Liberali: "Allargamento inammissibile" - Per il piano voluto dall'Europa senza il quale il destino di Atene sembra segnato, però non tutto è perduto. Il governo di Bratislava è sicuro del fatto che ci sarà un nuovo voto positivo, probabilmente entro la settimana. Dietro il 'no' arrivato in parlamento e la caduta dell'esecutivo di centrodestra di Iveta Radicova si annidano i 22 parlamentari del partito liberale Sas, che non ha partecipato al voto pur facendo parte della coalizione governativa. Se anche la Slovacchia avesse dato il suo ok all'allargamento, il contributo del Paese al fondo sarebbe salito a 7,7 miliardi - cifra pari a circa il 10% del Pil -, fatto che per i liberali era inammissibile.

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