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Fini incontra Napolitano come leader della sinistra

Il presidente della Camera è salito al Colle per presentare le posizioni dell'opposizione. Il Quirinale: "Dal governo ora risposte credibili"

Andrea Tempestini
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Il "colpetto di mano", lo chiama il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. Di certo, c'è che Gianfranco Fini in queste ore è l'esponente di spicco, anzi il portavoce dell'opposizione che sogna di ribaltare Silvio Berlusconi puntando su una maggioranza sfilacciata preda di veleni interni. Il presidente della Camera e leader di Futuro e Libertà salirà a momenti al Quirinale (appuntamento in agenda per le 16) e incontrerà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per presentare le richieste dell'opposizione. Quello di Fini finisce per essere un ruolo istituzionale ma pure simbolico. Quasi un modo per prendersi la rivincita per quanto non riuscì a fare lo scorso 14 dicembre. La prova è che è proprio da sinistra arriva la difesa a spada tratta di Gianfranco, attaccato dalla Lega che lo accusa di "parzialità". "Attacchi falsi e strumentali - s'infervora il capogruppo Idv a Montecitorio Massimo Donadi -. Il Carroccio sta combattendo una battaglia personale contro il presidente della Camera per motivi politici che prescindono dalla correttezza istituzionale che Fini ha sempre manifestato". Il presidente di Montecitorio è stato criticato dal Carroccio anche per aver fissato il voto di fiducia a venerdì. "Come del resto ha riconosciuto oggi il capogruppo del Pdl Cicchitto, pur nella diversità di valutazioni politiche su quanto sta accadendo, nessuna critica può fondatamente essere mossa al presidente della Camera - difende Fini il capogruppo Fli alla Camera Benedetto Della Vedova - Reguzzoni forse non ricorda che il calendario della Camera non viene stabilito dal governo, ma dalla presidenza della Camera, sentiti i capigruppo. Il resto è rumore di fondo". L'affondo di Napolitano - Una giornata convulsa, quella dopo il ko del governo sul rendiconto della Finanziaria 2010. E anche Napolitano ha dato la spallata. "Ho finora sempre preso imparzialmente atto della convinzione espressa dal governo e dai rappresentanti dei gruppi parlamentari che lo sostengono circa la solidità della maggioranza che attraverso reiterati voti di fiducia ha confermato il suo appoggio all'attuale esecutivo. Ma la mancata approvazione - aggiunge il presidente della Repubblica - da parte della Camera, dell'articolo 1 del Rendiconto Generale dell'Amministrazione dello Stato, e, negli ultimi tempi, l'innegabile manifestarsi di acute tensioni in seno al governo e alla coalizione, con le conseguenti incertezze nell'adozione di decisioni dovute o annunciate, suscitano interrogativi e preoccupazioni i cui riflessi istituzionali non possono sfuggire. La questione che si pone - spiega Napolitano - è se la maggioranza di governo ricompostasi nel giugno scorso con l'apporto di un nuovo gruppo sia in grado di operare con la costante coesione necessaria per garantire adempimenti imprescindibili come l'insieme delle decisioni di bilancio e soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del paese, anche in rapporto agli impegni e obblighi europei. E' ai soggetti che ne sono costituzionalmente responsabili, Presidente del Consiglio e Parlamento, che spetta una risposta credibile".

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