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Traditori&Premiati I non votanti a processo Promossi i salvatori: diventano vice ministri

Il centrodestra mette nel mirino i 'disertori' della fiducia: Sardelli, Destro e Gava, che mollano il Cav. E intanto vengono premiati i 'salvatori'

Andrea Tempestini
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Dopo la vittoria di venerdì con la fiducia guadagnata ma sofferta alla Camera, il consiglio dei ministri con l'intento di blindare la maggioranza ha approvato quattro nuove nomine. E così vengono premieti i 'salvatori': l'ex finiana Catia Polidori e l'ex dipietrista Aurelio Misiti da sottosegretari diventano viceministri di Sviluppo economico e Infrastrutture. Entrano nel governo anche i pdl Giuseppe Galati (sottosegretario all' Istruzione) e Guido Viceconte (all'Interno).  Leggi l'articolo: I salvatori diventano vice ministri ma sciaboletta Scajola mugugna ancora. Uno, Luciano Sardelli, è già fuori dalla maggioranza. Lesto a lasciare il gruppo di “Popolo e territorio”, ovvero gli ex Responsabili, prima della lettera di sfratto del capogruppo, Silvano Moffa. In due, invece, pur non essendo in vista alcun provvedimento punitivo da parte del gruppo di appartenenza, il Pdl, sono lo stesso prossimi ad aderire al Misto: Giustina Mistrello Destro e Fabio Gava, i deputati vicini a Claudio Scajola che non hanno partecipato al voto di fiducia. Era già fuori dal partito, invece, Santo Versace, che aveva lasciato la nave berlusconiana lo scorso 27 settembre con una lettera indirizzata al capogruppo, Fabrizio Cicchitto. E pure lui aveva poi aderito al gruppo misto. «Dopo il suo non voto, per me Sardelli è fuori dal gruppo», annuncia Moffa dopo aver appreso della defezione del suo predecessore alla guida del drappello degli ex Responsabili. Già, perché Sardelli, pugliese della provincia di Bari, fino al 1° luglio scorso ha guidato il gruppo di Popolo e territorio. Ed è soprattutto per essere stato costretto a subire questo avvicendamento, secondo le malelingue, che ieri ha cercato di farla pagare alla maggioranza. Quella maggioranza di cui ora non fa ufficialmente più parte. «È chiaro che non avendo votato la fiducia sono fuori. Ho già mandato la lettera di dimissioni». Niente Udc, però: «Vado nel misto e lavorerò alla costruzione di un grande partito popolare, liberale, riformista e democratico». «E dire che a noi Sardelli deve tutto, l'abbiamo tirato fuori dal baratro», dice uno dei maggiorenti del centrodestra a Montecitorio. La storia di questo pediatra col pallino della politica è avvincente: la prima volta è eletto, dopo una lunga controversia in Giunta delle elezioni, nel 2001. A garantirgli il seggio è un errore nella trascrizione di un centinaio di voti nel seggio numero sette. Succede che le schede, invece di essere conteggiate al suo avversario - allora si votava col sistema maggioritario - finiscono a lui. Eppure Sardelli, dopo essersi iscritto al gruppo di Forza Italia, il 6 ottobre 2005 passa al gruppo misto. Alle Politiche del 9 e 10 aprile 2006 corre ancora, seppur sotto le insegne dell'inedita alleanza tra Lega e Movimento per l'autonomia, ma stavolta senza fortuna. Fortuna che invece non lo abbandona nel 2008, quando grazie all'Mpa torna alla Camera. Da dove, dal gennaio 2010, contribuisce alla vita dei Responsabili. Fino al dietrofront di ieri, confermato anche dopo i due colloqui con Silvio Berlusconi. Al Misto, Sardelli con ogni probabilità ritroverà Destro e Gava. Nonostante le richieste dell'ex An Alberto Giorgetti, coordinatore veneto del partito, il Pdl non ha intenzione di prendere alcun provvedimento contro i due ribelli. «Quello che hanno fatto li mette automaticamente nella condizione di poter essere espulsi», attacca il sottosegretario all'Economia. «Il loro gesto è simbolo di un malessere che non si può cancellare con un'espulsione», ribatte Giancarlo Galan, ministro dei Beni culturali, spalleggiato dal deputato scajoliano Paolo Russo: «Non credo che questa sia l'ora delle espulsioni». Destro e Gava, infatti, essendo entrambi veneti più vicini all'ex ministro dello Sviluppo economico sono espressione di Galan. È lui che ha sponsorizzato la loro candidatura nel 2008. Ed è solo in un secondo momento, complice la loro insofferenza verso la linea del Pdl, che si sono avvicinati a Scajola. Un'alleanza tattica, tuttavia, non strategica, visto che l'approdo di Destro e Gava sembra essere Italiafutura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo. «Sto dialogando cui lui, ma ancora non si è candidato: quando avrà sciolto le sue riserve valuterò», conferma Destro, per la quale «è ora di uscire dagli equivoci per il bene dell'Italia». «Il Pdl non è mai nato», spiega invece Gava, che spera nella sopravvivenza della legislatura: «No al voto nel 2012. Mi piacerebbe completare questa esperienza con un risultato e aver fatto delle cose. Arrivare al vitalizio». di Tommaso Montesano

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