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"Mia figlia Sarah già scordata e zio Michele ora mi fa schifo"

Tutta la rabbia della mamma Scazzi: "Mi dà molto fastidio che Misseri continui a piangere: infanga il nome della mia bambina"

Costanza Signorelli
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Le porte chiuse, previste dalla legge, non hanno mostrato una realtà comunque percepibile all'esterno. Ieri, dopo l'udienza preliminare del processo per l'omicidio della piccola Sarah Scazzi, assassinata nel suo paese, Avetrana, il 26 agosto 2010, una cosa è sembrata certa. L'«emotività ambientale» che avrebbe giustificato- secondo la difesa di Sabrina e Cosima- il trasferimento del processo da Taranto a Potenza (richiesta respinta dalla Cassazione) ci sarebbe stata anche se il processo si fosse svolto nel capoluogo lucano. Perchè ieri la tensione non è venuta dall'esterno del tribunale, ma dall'interno. Era nel silenzio prolungato e negli sguardi bassi e sfuggenti di Michele, Cosima e Sabrina Misseri. L'udienza nell'aula Alessandrini davanti al gup Pompeo Carriere ha certificato ancora che il pozzo che per 42 giorni dopo l'omicidio è stato la tomba della piccola Sarah ha risucchiato anche  la famiglia Misseri. Doveva essere il giorno di zio Michele che, dopo aver cambiato versione due volte, ora si dichiara l'unico ad aver ucciso Sarah Scazzi e si dispera perchè nessuno gli crede. Ma Michele è rimasto in silenzio, di fronte alla moglie Mimina e alla figlia Sabrina, che restano in carcere in custodia cautelare; la mamma fino a luglio del 2012, mentre per Sabrina i termini scadranno il 27 novembre. Nelle prime fasi dell'udienza gli avvocati difensori hanno presentato alcune eccezioni riguardanti diversi aspetti: la nullità degli accertamenti tecnici irripetibili su alcuni oggetti sequestrati dai carabinieri del Ris (telefonino della vittima, linguetta di metallo a cui era legato, i compressori, le corde e le cinture sequestrate e reperti trovati in auto) per mancata notifica a uno dei legali, la consegna delle intercettazioni con riserva di richiesta della trascrizione integrale, il completamento con incidente probatorio dell'esame su una macchia trovata nella Opel Astra station wagon di Cosima. La Procura ha acquisito la produzione documentale e ha espresso parere negativo sulle eccezioni, tranne quella relativa a una nuova perizia sulla macchia trovata sull'auto di Cosima. Il convitato di pietra dell'udienza di Taranto era Concetta Serrano, la mamma di Sarah. Ieri è rimasta ad Avetrana: prima è andata al cimitero sulla tomba della figlia. In serata, dalla cucina di casa sua, Concetta ha parlato con i giornalisti:  «Cosima, Sabrina e Michele hanno soppresso il corpo di Sarah - ha detto la donna- quindi c'è da pensare che tutti e tre sappiano la verità. Quindi parlassero. Mi dà tantissimo fastidio che Michele continui a piangere e a pregare quando parla di Sarah, perché così continua ad infangare il suo nome. Un tempo mi faceva pena, ora mi fa schifo, come il resto della famiglia». Il gup ha aggiornato l'udienza a lunedì: sono previste dichiarazioni spontenee di Sabrina Misseri e suo zio Carmine, anch'egli indiziato. Per le toghe non sarà facile, in mezzo a una selva di ritrattazioni e mezze ammissioni, appurare la verità. Ma sarà forse impossibile venire a capo dell'inestricabile e sinistro groviglio che lega tra loro i Misseri. Che ieri sembravano non conoscersi. di Simone Savoia

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