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Usate Violenza sulla D'Addario, i pm indagano Patrizia "utilizzata per colpire Berlusconi"

La Procura di Lecce ascolta la signora delle notti a Palazzo Grazioli dopo le confessioni a Libero: pressioni per danneggiare il Cav

Giulio Bucchi
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Il procuratore di Lecce, Cataldo Motta,  ha interrogato Patrizia D'Addario per cinque ore. E alla fine della lunga audizione ha (ri)spedito l'intero fascicolo al collega di Bari Antonio Laudati. Nel capoluogo pugliese, il procuratore, aveva infatti aperto un procedimento (ex articolo 45 cpp) dopo che il 16 luglio scorso Patrizia D'Addario aveva rivelato a Libero di essere stata «costretta» a consegnare ai magistrati le famose registrazioni delle sue notti trascorse a Palazzo Grazioli, nel letto di Silvio Berlusconi. La signora della Bari Vecchia, nella lunga intervista (registrata) rilasciata al nostro giornale, spiegò di avere capito soltanto in un secondo momento di essere stata «usata» da chi (alle sue spalle) aveva organizzato un complotto contro il premier, allo scopo di danneggiarlo politicamente colpendolo nella vita privata. «Io non ho mai pensato di ricattare il Presidente per quella notte passata con lui nel letto di Putin», aveva raccontato “Patty” D. «Fui  obbligata a consegnare le cassette con le registrazioni al pm Giuseppe Scelsi, così come sono stata costretta a dichiarare di essere una escort. Allo stesso modo mi venne imposto di rilasciare decine e decine di interviste, a cominciare da quella concordata dal mio ex avvocato con il Corriere della Sera, per fare esplodere il caso e arrivare allo scandalo. Io non ho fatto altro che seguire i consigli di chi mi diceva volesse proteggermi dai guai che avrei subito se non avessi divulgato quelle registrazioni». Così, a distanza di due anni dal sexgate pugliese che infuocò l'esatte 2009 e fu il preludio all'attacco togato milanese targato Ruby, la signora D'Addario decide di uscire allo scoperto. Svela il retroscena e scatena una bufera. «Non ho paura della verità e sono pronta a riferirla in ogni dettaglio. Se serve anche all'autorità giudiziaria», disse a luglio. La incontrai al Palace Hotel di Bari, dov'ero andata inviata dal direttore Maurizio Belpietro che mi aveva chiesto di scoprire che fine avesse fatto la escort barese che aveva inguaiato il Cavaliere e della quale non si parlava da un bel po'.  Mai avrei immaginato di sentire quelle esternazioni da parte di lei. Ma così andò. «Sono stata usata dai nemici di Berlusconi, a mia insaputa ovviamente. Si sono serviti di me. Strumentalizzata e poi gettata via», spiegò la signora. Il procuratore Antonio Laudati, davanti a una evidente notizia di reato, aprì un fascicolo come vuole la legge. Un procedimento separato, ovviamente, da quello che si era  chiuso qualche settimana prima a Bari a carico di Giampaolo Tarantini. L'imprenditore è accusato di sfruttamento della prostituzione, per via del giro di ragazze da lui accompagnate alle feste nelle residenze private del premier. I verbali a luci rosse di quella inchiesta durata due anni hanno inchiostrato le pagine dei giornali per settimane. Siccome Patrizia D'Addario, nelle sue dichiarazioni aveva citato il pm Giuseppe Scelsi, il fascicolo aperto da Antonio Laudati venne subito trasferito a Lecce, dove le toghe sono competenti a giudicare i colleghi. Ora il procedimento torna a Bari, sulla scrivania del capo della Procura. La signora delle notti a Palazzo Grazioli e del registratore a portata di clic, è ora parte offesa. Vittima di violenza privata a opera di ignoti. Al  procuratore di Lecce, Cataldo Motta, lei ha confermato quanto dichiarato a Libero. Ripetendo di essere stata «costretta a consegnare le registrazioni e a rivelare alla stampa delle sue notti a casa del presidente del Consiglio». “Patty” D. da escort ricattatrice a vittima di un complotto ordito alle sue spalle per demolire il Cav? Sarà la magistratura barese a stabilirlo. Lei, il macigno, intanto lo ha lanciato. di Cristiana Lodi

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