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Trani e Santoro, inchiesta ko Chiesta l'archiviazione del Cav

La procura di Roma ha chiesto al gip di archiviare l'indagine su Berlusconi e Masi per le pressioni su Annozero

Andrea Tempestini
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Un nuovo nulla di fatto giudiziario. Ancora un'inchiesta che si sgonfia, e Michele Santoro rimane con un pugno di mosche in mano. L'accanimento delle toghe nei confronti di Silvio Berlusconi continua a non funzionare, e l'ossessione per le intercettazioni non paga. La procura di Roma ha chiesto al gip di archiviare l'inchiesta che vedeva indagati per abuso d'ufficio il premier, l'ex direttore generale della Rai, Mauro Masi e l'ex commissario dell'Agcom, Giancarlo Innocenzi, per le frasi in cui il Cavaliere chiedeva la sospensione della trasmissione Annozero del teletribuno Santoro. La competenza - A questa conclusione sono giunti il procuratore Giovanni Ferrara, l'aggiunto Alberto Caperna e i pm Ilaria Calò e Roberto Felici che, per competenza territoriale, avevano ereditato il fascicolo dai colleghi di Trani. Inizialmente i pm della capitale avevano ipotizzato a carico del solo Berlusconi, nella veste di premier (con Innocenzi e Masi parti offese), i reati di minaccia a un corpo amministrativo dello Stato e di concussione, sottoponendo l'intero incartamento al vaglio del tribunale dei ministri. Quest'ultimo, però, si era dichiarato non competente a giudicare il caso sul presupposto che Berlusconi, quando telefonava a Innocenzi e Masi, non agiva nelle sue funzioni di primo ministro. Le telefonate - Da qui l'archiviazione delle due accuse e la nuova contestazione da parte dei pm dell'abuso d'ufficio, estesa a tutti e tre i protagonisti della vicenda, come suggerito dallo stesso tribunale dei ministri. Ma ulteriori approfondimenti investigativi hanno poi spinto i magistrati di piazzale Clodio a ritenere che non si possa contestare l'abuso d'ufficio sulla base delle sole telefonate che Berlusconi ha fatto per lamentarsi del programma di Santoro. Telefonate che, tra l'altro, non hanno sortito l'effetto sperato perché Annozero non ha subito alcuna sospensione. Da qui, in assenza di un ingiusto vantaggio e di una violazione di legge o di regolamento, come invece prevede l'articolo 323 del codice penale, la decisione di chiudere la vicenda con una richiesta di archiviazione. 

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