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Pm rosso getta la maschera Confesso: sono di parte

Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, esce allo scoperto al congresso dei comunisti. Ma attacca il protagonismo dei giudici

Lucia Esposito
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Il procuratore aggiunto Antonio Ingroia esce allo scoperto. Fa outing. "Un magistrato deve essere imparziale quando esercita le sue funzioni ma confesso che non mi sento del tutto imparziale. Anzi, mi sento partigiano. Sono un partigiano della Costituzione". Ingroia, allievo di Paolo Borsellino parla al congresso del partito dei comunisti italiani.Ha lavorato ad alcune delle più importanti inchieste di mafia, da quella sul senatore del Pdl Marecello dell'Utri a quella sull'ex funzionario del Sisde Bruno Contrada, fino alle trattative tra Stato e Cosa Nostra. Da anni socio onorario dell'Anpi (l'associazione dei partigiani) Ingroia ha spiegato di aver accettato l'invito di Oliviero Diliberto pur sapendo che avrebbe scatenato moltissime reazioni. "Ma io ho giurato sulla Costituzione italiana e sempre la difenderò anche a costo di essere investito dalle polemiche". I precedenti Non è la prima volta che il procuratore aggiunto si toglie la toga e parla come opinionista, l'aveva già fatto nel salotto di Annozero, nella trasmissione della Dandini. Si era esposto partecipando alla manifestazione No-Cav, andando a Bologna al "Tutti in piazza" e prendendo posizione contro il premier. Ma con l'esternazione di ieri Ingroia ha superato se stesso, dicendo chiaramente da che parte sta. La replica  «Era ovvio che fosse un intervento caricato, posto a creare i presupposti per un dibattito su alcuni temi cruciali come la libertà  di espressione e di opinione, anche da parte dei magistrati» ha detto il pm Antonio Ingroia che poi, riguardo alla situazione della giustizia in Italia, ha detto che «il caso italiano ha profili di unicità per il protagonismo dei magistrati. Credo che ciò nasca da una serie di passi in avanti che la politica non ha fatto, lasciando degli spazi vuoti riempiti proprio dal protagonismo dei magistrati» ha spiegato. E «non è giusto» che a questo vuoto ovvii la magistratura, ha detto Ingroia, ma finisce per essere una conseguenza inevitabile, magari ingiusta; la magistratura non deve svolgere ruoli politici trainanti, ma deve poter partecipare al dibattito«. »La magistratura super partes è un requisito imprescindibile, ma dobbiamo uscire dall'ipocrisia di questo concetto. Il magistrato applicando la legge la interpreta ed è mosso da valori costituzionali che non lo rendono del tutto neutrale« ha concluso Ingroia

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