Giulio Tremonti fatto fuori dal piano per salvare l'Italia

Andrea Tempestini

Sarà a Palazzo Chigi la cabina di regia che dovrà materialmente stendere i provvedimenti necessari a dare seguito agli impegni assunti dall'Italia nei confronti dell'Europa e contenuti nella lettera inviata dal premier a José Manuel Barroso e a Herman Van Rompuy. E un ruolo da coordinatore, in questa cabina di regia, sarà svolto dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, a cui è stata riconosciuta nei fatti la stessa funzione avuta nelle fasi che hanno preceduto la stesura della lettera consegnata a Bruxelles. E lo stesso Brunetta, intervistato in televisione, ha rivelato di essere stato il primo "redattore" del documento che per un paio di giorni ha fatto traballare il governo, complice il braccio di ferro tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi sulle pensioni di anzianità. La cabina di regia - Alla stesura di quella lettera, e la circostanza causò non poche polemiche, non partecipò il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che non firmò nemmeno i fogli consegnati all'Europa. E il fatto che il coordinamento della cosiddetta 'cabina di regia' venga affidato a Brunetta e non a Tremonti dimostra che il superministro è sempre più solo nella maggioranza, in una posizione di contrasto quasi insanabile con l'esecutivo di cui (teoricamente) farebbe ancora parte. Inoltre, aver affidato la cabina di regia a Brunetta ha fatto tirare un sospiro di sollievo a diversi esponenti del Pdl, che lamentavano quanto fosse difficili farsi ascoltare da Tremonti. Vengono poi realizzati gli auspici di Antonio Martino e di altri esponenti del Pdl, che da tempo chiedono che vengano redistribuite le competenze del ministro dell'Economia tra Tesoro e Finanza, lasciandosi così alle spalle l'impianto messo a punto ai tempi di Prodi dall'allora ministro Bassanini (vennero accorpati in uno cinque dicasteri: oltre a Tesoro e Finanze, Bilancio, Partecipazioni statali e Mezzogiorno). Giulio isolato - Insomma, nel coordinamento con l'Europa il ruolo chiave non viene affidato al divino Giulio, che fino a qualche mese fa veniva accreditato da più parti come esponente più autorevole e credibile dell'attuale esecutivo: Tremonti dovrà stare ai margini del piano salva-Italia. La scelta di Brunetta esautora il superministro, mentre la ridistribuzione delle competenze tra Tesoro e Finanza dimostra che nel governo si continua a lavorare per ridurre il potere e l'influenza di Tremonti, isolato nel difendere le sue posizioni e sempre più estraneo alle dinamiche del partito.