Borse, mai così male da crac Lehman

Lucia Esposito

Borse a picco, titoli di Stato sotto pressione. Il martedì nero dell'Europa parte da Atene, con l'annuncio suicida del governo Papandreou del referendum per dire sì o no al piano di salvataggio Ue, e prosegue con il profondo rosso di tutti i mercati continentali. Piazza Affari accusa il colpo e arriva a perdere anche più di 7 punti percentuali: un vero tracollo. Nel pomeriggio l'annuncio di un intervento di Francia e Germania, che mercoledì terranno una riunione di emergenza con i rappresentanti di Atene, Ue e Fmi ha fatto recuperare leggermente terreno alle Borse. Recuperi spazzati via in chisura di contrattazioni. A Piazza Affari, a fine giornata, l'indice Ftse Mib ha perso il 6,80%, mentre il complessivo All Share ha chiuso perdendo il 6,13 per cento: la capitalizzazione della piazza italiana si è assottiliata di 22 miliardi di euro, tornando così sotto quota 340 miliardi. Piazza Affari non registrava perdite così pesanti dall'ottobre del 2008, nel pieno della crisi dei mutui subprime. Nella cronistoria delle peggior performance registrate a partire dal 1997 dal principale indice della Borsa milanese, sono soltanto tre i risultati peggiori: il 10 ottobre di tre anni fa (scivolone del 7,14%), l'11 settembre 2001 (perse il 7,57%) e il 6 ottobre 2008, quando lasciò l'8,24 per cento. Nel 2011 il record negativo era stato toccato il 10 agosto, quando l'indice Ftse Mib perse il 6,65 per cento. Le altre piazze - A Milano altissima pressione sui bancari: Unicredit ha perso il 12,44%, Intesa Sanpaolo il 15,20, Ubi il 6,81 e Mps 10, 20 punti percentuali. Malissimo anche la galassia del Lingotto. Dopo un passaggio in asta di volatilità il titolo Fiat ha perso 9,46 punti percentuali, Industrial il 5,95% mentre la cassaforte Exor ha lasciato il 7,42 per cento. Chiusura in profondo rosso anche per tutte le altre piazze europee: Parigi ha lasciato il 5,38%, Francoforte 5,03 punti percentuali, Londra il 2,21% e Atene il 3,72 per cento. Non è riuscita a invertire la rotta nemmeno l'apertura nel pomeriggio di Wall Street. La piazza newyorkese ha iniziato in profondo rosso e verso sera ampliava le perdite ben oltre i 2 punti percentuali. Complessivamente le Borse europee hanno ridotto la loro capitalizzazione di 216 miliardi in una sola sessione (è scesa a 5.905 miliardi totali): L'indice Stoxx Europe 600 ha ceduto il 3,54 per cento. Differenziale e titoli di Stato - Lo spread, le tre paurose cifre che misurano il livello di rischio che i nostri titoli di Stato non vengano ripagati, in giornata ha galoppato come mai si era visto prima. In apertura era schizzato a 440 punti base. In parallelo crescevano i rendimenti, passati al 6,26% per poi scendere di qualche frazione. Un livello che fino ad agosto si diceva essere quello oltre a cui non si potesse andare: con un tale rendimento l'Italia non può pagare, fallirebbe. Oggi ci si affanna a sottolineare che il punto di non ritorno è fissato a un rendimento dei Btp pari al 7%: la situazione è critica. Mentre continuava così ad allargarsi la forbice tra i Btp e i Bund Tedeschi -  che aveva toccato anche quota 459 punti - è arrivata la decisione della Banca centrale europa che ha ripreso a comperare titoli di stato sul mercato secondario (la notizia è stata diffusa dall'agenzia economica Bloomberg). Un intervento pesante e agognato che ha subito sortito effetti positivi, con lo spread che calava di qualche punto. Un battesimo del fuoco, insomma, per l'italiano Mario Draghi: per l'ex numero uno di Bankitalia è il primo giorno da presidente della Bce. Il referendum greco - La decisione della Grecia di votare sul piano di salvataggio lacrime e sangue studiato dall'Unione europea in accordo col governo socialista di Atene, con la prospettiva concreta di una bocciatura popolare, ha aperto mille interrogativi e messo in dubbio il concetto stesso di fondo salva-stati, la tenuta dell'euro e dell'Unione europea. La Banca Mondiale ha messo in guardia dal referendum di Atene sulle misure appena negoziate con ue e Fmi, sottolineando che nel caso di una bocciatura del piano di austerity "sarà il bazar", ovvero il caos totale, ha spiegato il presidente Robert Zoellick. Un caos totale che potrebbe sancire la fine della breve parabola della moneta unica europea.