Pdl, altro che partito di plastica Un milione di tessere

Lucia Esposito

Da tremila a un milione di tessere in quattro mesi. Il primo frutto della gestione Alfano alla guida del Pdl è l’impennata  di iscrizioni e popolarità. Un traguardo che lo stesso segretario definisce superiore alle aspettative: «Speravamo di raggiungere i 500mila iscritti e invece abbiamo raddoppiato. Abbiamo molti più tesserati della somma degli iscritti ai partiti che hanno fondato il Pdl». Vale a dire più militanti di quelli che avevano Forza Italia e An insieme al momento della fusione. Un risultato storico per i dirigenti, «la prova che non siamo un partito di plastica» per il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto. «Un grande successo di popolo, che smentisce i profeti della sfiducia nella politica e risponde alla campagna di criminalizzazione della sinistra contro il governo», sottolinea il ministro Giorgia Meloni. Soprattutto, un obiettivo raggiunto per il Cavaliere, che sul milione aveva sempre puntato. Prima della “cura” dell’Angelino Alfano i dati non erano confortanti per il maggiore partito italiano. Voti sì, ma tessere pochine, segno che sul territorio le faide tra i vari capetti e la diffidenza dei cittadini non faceva decollare i numeri dell’adesione al partito. Nemmeno tanti degli eletti erano iscritti al Popolo delle Libertà. Boom di richieste - Dal primo luglio, con l’investitura dell’ex Guardasigilli e il lavoro congiunto dei tre coordinatori, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, è cambiato tutto. Dalla Sicilia al Piemonte boom di richieste. A Roma sono stati così zelanti che risultano iscritte tre signore: una di 104 anni, una di 96 e una di 91. «Dimostrazione che la politica non ha età», assicura il consigliere Fabrizio Santori. È vero che il costo è stato dimezzato: da 20 a 10 euro a testa (vietati pagamenti collettivi) e per chi ha già pagato il prezzo intero l’anno prossimo è gratis. Regole chiare e voto non delegabile, ha stabilito il vertice di via dell’Umiltà. Parola d’ordine: potenziare il partito, strutturarlo dal basso, ma senza trasformarlo nella culla dorata dei signori delle tessere, bensì conservando lo spirito rivoluzionario che ha accompagnato l’avventura berlusconiana dal ’94. L’iniziativa  non è stata, però, accolta subito con entusiasmo da tutti i fan di Silvio. Alcuni hanno obiettato che l’equazione «tessere più congressi» era la via più rapida per il suicidio collettivo, specie nel caso di un passo indietro del premier. Ma anche su questo il segretario è stato determinato. A Libero ha detto: «I congressi servono, idem le primarie per i candidati alle prossime amministrative. Il principio democratico vale sempre».  Arrivati a quota un milione, La Russa ha dunque fatto sapere che nel 2012 «anche in caso di elezioni anticipate il congresso si farà». Per Bondi «un tale traguardo rafforza il governo e incoraggia la prospettiva della costituente popolare». Per Maurizio Lupi è «il segno che la strada intrapresa sotto la guida di Alfano è giusta». Un messaggio anche per chi gufava: Pd e Idv, ma anche Fli. Come Carmelo Briguglio che dice: «Il Paese è in crisi e loro festeggiano le tessere».    di Brunella Bolloli via al blog