Cerca
Logo
Cerca
+

La Borsa chiude in rialzo: +2,3% G20, ultimatum alla Grecia

Piazza Affari in segno positivo dopo una giornata in altalena. Occhi puntati sul vertice Merkel, Sarkozy e Papandreou

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Dopo il martedì nero delle borse c'era grande apprensione per conoscere la reazione dei mercati nel Vecchio Continente. La risposta di Piazza Affari è discreta, con la chiusura in segno positivo a +2,31 per cento. Una giornata comunque nervosa, con il tentativo di rimbalzo in apertura, l'indice d'area che guadagna quasi un punto percentuale, il calo successivo (fino a +0,39%) e la risalita finale. Ma l'attenzione è tutta rivolta al G20 di Cannes di domani e al pre-vertice di oggi con Sarkozy e la Merkel, che vedranno il premier greco Papandreou e il presidente della Bce, Mario Draghi. Borse in altalena - Archiviato il martedì nero - peggior seduta per Piazza Affari dal giorno del crac di Lehman Brothers nel 2008 - gli occhi restano puntati sui listini del Vecchio Continente, al G20 che si riunirà giovedì a Cannes e al pre-vertice di oggi, mercoledì, a cui prenderanno parte Sarkozy, Merkel, il neo-presidente Bce Mario Draghi e il premier greco Papandreou. La tensione sui mercati resta alle stelle. In apertura Milano tentatva il rimbalzo, arrivando a guadagnare anche 1,5 punti percentuali. Poi il calo, il passaggio in territorio negativo con una perdita per l'indice Ftse Mib dell'1,17 per cento. Quindi una nuova inversione di tendenza a dimostrare che il nervosismo domina le contrattazioni: intorno a mezzogiorno l'indice Ftse Mib guadagnava lo 0,39%, mentre il complessivo All Share lo 0,18 per cento. A fine giornata però Milan archivia un buon segno più: l'indice Ftse Mib ha recuperato il 2,31 per cento. Spread e Piazze straniere - A Milano continua la pressione sui titoli bancari, soggetti a fortissime oscillazioni. Continuano anche gli scambi frenetici - sia vendite, sia acquisti - sui titoli della galassia Fiat. Contrastate anche le altre piazze europee. Londra perdeva lo 0,3%; Francoforte saliva di mezzo punto percentuale, proprio come Parigi. A fine giornata chiudono in territorio positivo anche gli altri listini continenteali: Londra sale dell'1,15%, Francoforte del 2,25% e Parigi dell'1,38 per cento. Tra le big fallisce il rimbalzo solo Madrid, che ha chiuso quasi in parità, lasciando lo 0,06 per cento. Ultimatum ad Atene - Ma i fari dei mercati continentali sono puntati, come detto, su Cannes. Dopo aver annunciato l'intenzione di indire un  referendum sul piano di salvataggio negoziato con l'Europa, Atene rischia seriamente il default entro Natale. Secondo quanto riportato da la Stampa "per come stanno le cose non ci sono le condizioni per pagare la sesta tranche del piano di salvataggio del 2010". Sarebbe questo, secondo fonti europee, il messaggio che questa sera alle 20.30 l'Europa metterà sul tavolo del premier ellenico George Papandreou, nell'incontro convocato ai margini del G20 dal presidente francese Nicolas Sarkozy al quale parteciperanno anche la cancelliera Angela Merkel, il presidente dell'Ue Herman Van Rompuy, e quello della Commissione, Josè Manuel Barroso. La convinzione di Bruxelles è che Papandreou "debba fare il referendum subito oppure non farlo". Pre-vertice - L'alternativa, si ipotizza, è la formazione di un governo di unità nazionale che garantisca il buon esito della consultazione. Ora come ora, si ammette, "il problema dei greci è il continuo rinvio. Non possiamo aspettare gennaio per sapere se l'Eurozona può contare o no sugli sforzi di Atene". E, comunque, "la sesta tranche non potrà certo essere resa disponibile prima si sappia cosa intendono fare".  Il che, in parole molto povere, vorrebbe dire bancarotta non controllata con effetti imprevedibili in termini di contagio per i paesi più a rischio come Italia e Spagna. E proprio Italia e Spagna sono state convocate domani a un prevertice a quattro con Francia e Germania prima dell'inizio dei lavori del summit del G20: si vedranno il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il premier spagnolo Luis Zapatero, la Merkel e Sarkozy.

Dai blog