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Cuba, dopo 50 anni si possono comprare e acquistare case

Il regime ha dato il via libera alla compravendita di immobili, ma non si placa la repressione nei confronti dei dissidenti

Nicoletta Orlandi Posti
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Dopo mezzo secolo di austerità pubblica a Cuba si potranno vendere e comprare case. Dopo il via libera all'acquisto di automobili della scorsa settimana il regime ha dato l'ok anche alla compravendita degli immobili con un decreto legge, il numero 288, pubblicato sulla gazzetta ufficiale che sarà operativo dal 10 novembre prossimo. La misura, illustata oggi sul quotidiano Granma, si propone anche di snellire i tortuosi iter burocratici che fino ad ora dovevano essere seguiti per le operazioni di permuta e donazione delle abitazioni. Il provvedimento rientra nel contesto dei cambiamenti decisi dal governo di Raul Castro e dal Partito comunista per rafforzare il socialismo nell'isola. Il deficit abitativo costituisce tra l'altro uno dei problemi economici e sociali più gravi per il regime. Per la formalizzazione degli atti sarà necessario solo un atto notarile e l'iscrizione dell'immobile nel Registro delle proprietà, oltre al pagamento di un'imposta che tuttavia ancora non è stata spiegata nel dettaglio. Ma la legge pone anche dei limiti. Per evitare che vi siano proprietari di vari immobili (e limitare così la speculazione), si prevede infatti che si possa essere intestatari di soli due alloggi: una casa come residenza principale ed una seconda in una zona di vacanza. Liberalizzazioni - Con il disco verde alla compravendita di auto e di case cominciano a concretizzarsi le liberalizzazioni che il Partito Comunista cubano aveva annunciato dopo il congresso di aprile. La prima esclamazione di meraviglia il regime guidato da Raul Castro l'aveva strappata nel maggio scorso, quando aveva parlato di una nuova politica migratoria, in virtù della quale anche i cubani sarebbero potuti andare all'estero per turismo. Anche se, di fatto, uscire dal paese costa circa 350 dollari, un prezzo che in molti sull'isola non possono permettersi. In tutto, comunque, si contano oltre 300 riforme, che hanno anche lo scopo di rafforzare il progetto socialista sull'isola. Tra queste si segnalano la concessione a 130 mila contadini di terre prima gestite dallo stato e gli incentivi alle iniziative private con mutui e agevolazioni per i nuovi piccoli imprenditori. Ma c'‚ anche la volontà di procedere verso una diminuzione del pubblico impiego e la graduale eliminazione della «libreta», la tessera di razionamento. Provvedimento che tuttavia potrebbe avere come conseguenza un aumento dei prezzi. Inoltre ‚ stata annunciata la storica decisione - non ancora applicata - di imporre un limite di due mandati consecutivi per le cariche politiche e statali. Ma i dissidenti sono molto scettici rispetto a quanto sta avvenendo. Repressione - Ma mentre si moltiplicano le riforme, il regime mostra il suo volto più duro nei confronti della dissidenza, come dimostra anche l'arresto, seppur temporaneo, del premio Sakharov 2010 per la libertà di coscienza Guillermo Farinas. . Sembrano "novità assai timide", secondo Oscar Espinosa Chepe, economista, ex detenuto che faceva parte del gruppo dei 75 prigionieri politici arrestati nel 2003, poi liberato per motivi di salute. Secondo Espinosa, anche l'autorizzazione della compravendita di case e auto va considerata di portata limitata. "Il problema vero - osserva - ‚ infatti che non ci sono abbastanza case per tutta la popolazione". E, soprattutto, in pochi potranno permettersi di comprarle. Guarda il video du LiberoTv: Cuba si potrà cambiare casa

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