Subito la sfiducia del Pd in aula Così Fini vuole abbattere Silvio

Andrea Tempestini

Il Governo non ha la maggioranza alla Camera: questo il verdetto del voto sul Rendiconto dello Stato. Silvio Berlusconi, Gianni Letta e la Lega Nord si chiudono per parlare della strategia da seguire. Lo scenario è complesso, intricato. Un ruolo di rilievo pare averlo, ancora una volta, l'arcinemico del Cavaliere, il presidente della Camera Gianfranco Fini. Tutto si giocherà sulle date. Fiducia sulla lettera della Bce? - Se pare improbabile che Berlusconi salga al Colle per fare un passo indietro, è piuttosto più probabile che il Cavaliere decida di porre la fiducia sulla lettera della Bce, così com'è. Il maxiemendamento di cui si è discusso negli ultimi giorni non è infatti ancora pronto: quindi il testo che potrebbe essere sottoposto al giudizio dell'aula - testo con le misure necessarie per arginare la tempesta che si sta abbattendo sui mercati finanziari - potrebbe essere, pari pari, quello scritto da Bruxelles. Obiettivo del premier sarebbe calendarizzarlo il prima possibile al Senato, dove gode ancora di una solida maggioranza: con un voto di fiducia al Senato sulla lettera della Bce, il Cav dimostrerebbe che senza di lui e senza il suo esecutivo sarebbe impossibile governare almeno in quel ramo del Parlamento. Il ruolo di Gianfranco Fini - Ed è in questo fitto gioco di date e di calendarizzazioni che Gianfranco Fini assume un ruolo di rilievo. Le opposizioni, come promettono da diversi giorni, se il presidente del Consiglio non si facesse da parte sono pronte a presentare una mozione di sfiducia individuale nei confronti di Berlusconi. Una mozione che verrebbe presentata alla Camera, dove stando ai voti di oggi verrebbe accolta: ne consegue che il governo Berlusconi cadrebbe. Il cerino passa così in mano al presidente di Futuro e Libertà: se la calendarizzazione della mozione di sfiducia precedesse quella dell'eventuale voto sulla lettera della Bce al Senato, le sorti di questo governo potrebbero essere segnae. E il colpo finale arriverebbe proprio da Gianfrano Fini, che ormai quasi un anno fa, nel voto di fiducia del 14 dicembre, cominciò la sua lotta di trincea contro il Pdl e contro Silvio Berlusconi.