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Gianfri e la casa a Montecarlo Causa civile inizia il 15 marzo

Fini citato dal tribunale di Roma: si dovrà stabilire se ha rispettato le volontà della contessa. Chiesto un maxi-risarcimento

Andrea Tempestini
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Scatterà il prossimo 15 marzo il processo, la causa civile nei confronti di Gianfranco Fini per l'affaire della casa di Montecarlo che offrì in gentile concessione al cognato, Giancarlo Tulliani. Il presidente della Camera più politicamente attivo che la storia repubblicana ricordi si è infatti visto notificare l'invito del gip ad affrontare in sede diversa rispetto a quella penale le questioni ancora irrisolte relative all'appartamento di via Boulevard Princesse Charlotte. Il lascito della Contessa - In precedenza il leader di Futuro e Libertà aveva rifiutato - risultando contumace - di partecipare all'udienza di conciliazione: ieri gli è stato notificato un atto di citazione presso il tribunale di Roma per il prossimo 15 marzo. Al centro dell'udienza, ovviamente il lascito ad Alleanza Nazionale della contessa Colleoni, che donò al partito perché questo contribuise alla causa di An (e non a trovare una causa per il buon Tulliani). I giudici stabiliranno se Fini ha utilizzato i beni per la militanza politica - come richiesto dalla nobildonna fascista - o se, al contrario, per i suoi interessi. Possibile risarcimento - In sede penale il gip consigliò il ricorso alla giustizia civile, e nel decreto di archiviazione comunque riconobbe che gli esponenti de La Destra che chiamarono in causa il presidente della Camera si potessero effettivamente "ritenere danneggiati dal comportamento degli indagati, in conseguenza del valore incongruo attribuito all'immobile". Così la giustizia civile dovrà decidere se attuare la volontà della defunta contessa Colleoni, condannando in solido Gianfranco e Donato Lamorte a "devolvere tutto o parte del cospicuo patrimonio, stimato in decine di milioni di euro" alla fondazione o a un partito di destra in grado di soddisfare quanto richiese la nobildonna fascista.

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