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Benzina ancora più cara. Sarà manovra lacrime e sangue

Maxiemendamento al ddl stablitià: aumenta la precarità degli statali in esubero, l'età pensionabile sale a 67 anni

Lucia Esposito
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L'atteso maxiemendamento alla legge di stabilità è fatto. In tutto 23 pagine e 25 nuovi articoli. E in coda la firma: «il Governo». Anche se sarebbe stato più opportuno per lo meno affiancare il sigillo della Presidenza della Repubblica. Perché è proprio al Quirinale che ieri è stato scritto il pacchetto di misure promesse all'Europa. Un percorso irrituale. Tuttavia, la crisi dell'Esecutivo di Silvio Berlusconi e  della maggioranza parlamentare ha spinto da un pezzo il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a farsi carico di responsabilità e prerogative che, probabilmente, vanno un po' oltre le prassi costituzionali. L'assedio dei mercati finanziari non si è fermato neanche all'indomani del passo indietro annunciato martedì - a seduta chiusa - dal Cavaliere. Ragion per cui il Quirinale è stato costretto a intervenire quasi in veste di «prestatore di ultima istanza», come si dice oggi, per garantire all'Unione europea il rispetto degli impegni presi dall'Italia. Così in tarda mattinata il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, è salito al Colle per verificare passo passo il testo che era atteso sin dalle 10,30 al Senato. "Lo spread se ne frega di quel che facciamo". Filippo Facci su LiberoTv Un compito delicato. Tant'è che per conoscere le correzioni al ddl di stabilità (la vecchia finanziaria), la commissione Bilancio di palazzo Madama ha dovuto attendere  le 18 e 30. Fino a un minuto prima, Tremonti ha limato le norme con Napolitano e i tecnici del Quirinale. E al tavolo di lavoro si è aggiunto anche il sottosegretario alle presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Il provvedimento è stato drasticamente asciugato rispetto alla versione  lavorata negli ultimi giorni dall'ufficio legislativo di via Venti Settembre. Ma mentre al Quirinale veniva trovata la quadra sul provvedimento atteso dai mercati finanziari, sull'Italia si abbatteva la tempesta perfetta, con la borsa sempre più giù e i rendimenti dei titoli di stato sempre più all'insù. Si capirà nei prossimi giorni se il pacchetto  Europa riuscirà a placare l'onda d'urto della speculazione sul nostro Paese. Sono momenti drammatici. E anche per questo motivo è stato concordato un percorso rapidissimo. Venerdì   è stato fissato il voto nell'aula di palazzo Madama e sabato il ddl sarà già alla Camera. Quindi domenica le sorti dell'Italia potrebbero già essere state affidate alle cure di Mario Monti, da ieri senatore a vita e futuro premier.    Toccherà all'ex commissario Ue, dunque, dare le ulteriori risposte a Bruxelles. Del resto, quella varata ieri è solo «la prima attuazione delle misure concordate con la Ue» come si legge in testa al al maxiemendamento. Il menù illustrato  da Tremonti, in ogni caso, è  corposo. Ecco  la mappa. Pensioni. Nessuna stretta clamorosa sul fronte previdenziale. Il Governo  conferma l'obiettivo di raggiungere un'età   minima di pensionamento comunque non inferiore a 67 anni al 2026. Una mezza blindatura, in linea con le richieste della Ue e della Bce. Dismissioni. I proventi netti derivanti dalle cessioni   dei beni immobili pubblici sono destinati alla riduzione del debito   pubblico. In vendita anche il 20% delle carceri e delle caserme. Ed entro 3 mesi dall'entrata in   vigore della legge saranno individuati «i terreni a vocazione   agricola, non utilizzabili per altre finalità istituzionali, di   proprietà dello Stato» per la cessione ai privati.  Carburanti.   Nuovi aumenti nel 2012: l'aliquota sulla   benzina e sul gasolio sono  fissate a 614,2 euro e a  473,2 per mille litri di prodotto; a decorrere da gennaio 2013  a 614,7 euro e a 473,7 per mille litri di prodotto. Diventa strutturale, poi, il bonus fiscale per i distributori. Statali.Una delle novità più clamorose è la mobilità per gli statali in esubero. E,   per coloro che non vengono ricollocati, scatta un'indennità pari all'80%   dello stipendio e dell'indennità integrativa speciale con esclusione   per qualsiasi altro emolumento retributivo per la durata «massima» di   due anni. Dopo scatta il licenziamento se non si accetta la nuova sede. Lavoro. Stop ai contributi per i primi 3   anni di contratto apprendistato per i datori di lavoro che occupano  fino a nove addetti. Resta fermo il livello di aliquota del 10% per gli anni successivi. Per le donne  arriva il contratto di inserimento   nelle aree territoriali in cui è più accentuata la differenza   di genere. Sarà più facile   il ricorso al    part time con le clausole flessibili ed elastiche. Opere pubbliche. Anas cede a Fintecna tutte le   sue partecipazioni;   le aree interessate alla realizzazione della Torino-Lione  sono di interesse strategico nazionale: per i no-Tav, quindi, scatta il carcere. Nuovi incentivi fiscali per la costruzione di autostrade. Liberalizzazioni. Per i servizi pubblici locali parte il conto alla rovescia: addio alle società dei comuni. Via alla riforma degli ordini professionali e   stop alle tariffe minime. Il tutto, entro 12 mesi.  Nuovi nati. Proroga  al 2014 per i prestiti a tassi   agevolati previsti dal Fondo  credito per i nuovi nati. Burocrazia zero. Tutto il   territorio nazionale diventa a «burocrazia zero»  in via sperimentale dal 2013. di Francesco De Dominicis twitter@DeDominicisF

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