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Il Cav: Fini, lui il peccato originale

Il premier dimissionario nella lettera al congresso della Destra: orgoglioso per quanto fatto in 3 anni, la fronda dei finiani è diventata una diaspora

Lucia Esposito
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"Sono orgoglioso di quanto siamo riusciti a fare in questi tre anni e mezzo segnati da una crisi internazionale senza precedenti nella storia". Il premier dimissionario Silvio Berlusconi lo ha scritto in una lettera inviata al segretario nazionale della Destra Francesco Storace, che sta celebrando a Torino il secondo congresso del partito. Non solo le cause economiche, Silvio si sofferma anche sulle motivazioni politiche che hanno causato la fine della legislatura: "Sono orgoglioso di quanto fatto nonostante  la fronda   della componente finiana che si è manifestata praticamente subito   dopo la vittoria elettorale del 2008 e che è poi sfociata in una vera  e propria diaspora. E' stato quel peccato originale a minare il   percorso di una legislatura che avrebbe dovuto essere costituente e   che si è invece incagliata nelle secche di una politica che non ci   appartiene”. “Siamo andati avanti comunque con determinazione nella consapevolezza che la maggioranza voluta dagli italiani avesse   il diritto e soprattutto il dovere di governare, ma alla fine in   Parlamento ha prevalso la logica dei piccoli ricatti e del   trasformismo che è il vizio più antico della politica italiana”. La Destra, assicura Berlusconi nella lettera, «rappresenta per noi un alleato prezioso e indispensabile. Il mio impegno è che quanto conquistato in questi anni in termini di moderità non vada disperso. "una modernità che, scrive Berlusconi nella lettera letta al secondo congresso della Destra, in corso a Torino, «possa consolidarsi in un paese che sta già dando molto, moltissimo in termini di rigore economico e che ha accettato con grande senso di responsabilità i sacrifici imposti dalle manovre di luglio e agosto. Un paese che sommando il debito pubblico al risparmio privato si colloca per solidità al secondo posto in Europa, subito dopo la Germania, prima della Svezia, della Gran Bretagna e di tutti gli altri paesi. Un paese - secondo Berlusconi - che può contare su aziende che continuano ad esportare su una disoccupazione inferiore di 2 alla media europea, che sul maggior patrimonio artistico del mondo e che si aspetta dalla politica, da tutta la politica, uno sforzo comune per uscire dalla crisi».

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