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Opzione militare contro l'Iran Russia e Germania frenano

Usa e Inghilterra non escludono "nessuna opzione" contro l'atomica di Teheran. Mosca: "Basta sanzioni, ora diplomazia"

Giulio Bucchi
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Solo Mosca sembra frenare sulla guerra all'Iran. Mentre tutta la comunità internazionale aumenta le minacce ad Ahmadinejad non escludendo l'intervento militare per bloccare il programma nucleare di Teheran, il governo russo parla apertamente di "campagna orchestrata" per "alimentare la tensione" ed "imporre nuove sanzioni". Secondo il ministro degli esteri Lavrov, però, quella dele sanzioni è una "via esaurita": meglio procedere con le soluzioni diplomatiche. "Minacciare sanzioni e attacchi aerei - spiega Lavrov - significa solo far allontanare e non avvicinare la possibilità di una soluzione negoziabile". Se Mosca accusa senza troppi giri di parole l'Occidente di voler "sollevare la contrapposizione e rovesciare il regime", le altre potenze mondiali procedono spedite verso il muro contro muro. Superpotenze in attesa - "Esploreremo ogni strada per verificare se possiamo risolvere questo problema per la via diplomatica", assicura il presidente americano Barack Obama. Il rapporto dell'Aiea sul programma nucleare iraniano spaventa gli Usa, secondo cui le sanzioni dell'Onu "sono più forti che mai". Ma gli Stati Uniti "non escludono alcun opzione". E con Cina e Russia? "Concordiamo totalmente sugli obiettivi". Anche la Gran Bretagna ritiene che non si debba escludere "nessuna opzione", compresa quella militare. "Non facciamo appello ad un'opzione militare né la auspichiamo - ha detto il ministro degli Esteri William Hague -. Ma tutte le opzioni devono restare". Chi si dice contraria al ricorso alla forza è, almeno per il momento, la Germania. Lo ha ribadito il capo della diplomazia tedesca Guido Westerwelle, al suo arrivo al consiglio esteri della Ue a Bruxelles. "Se l'Iran rifiuta di cooperare con l'Aiea (l'agenzia nucleare dell'Onu, ndr), sanzioni più severe sono inevitabili. Ma noi non partecipiamo alla discussione su un intervento militare. Noi crediamo che queste discussioni siano controproduttive e le rigettiamo".

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