Giallo Letta-Amato. A ore i ministri

Lucia Esposito

La squadra di governo "è quasi fatta". Lo ha detto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni all'uscita della delegazione delle parti sociali da Palazzo Giustiniani, lo pensano in tanti. Ora toccherà al premier Mario Monti annunciare i nomi dei ministri, la lista potrebbe arrivare già stasera o al massimo domani mattina. Nella lista, secondo altre fonti, ci sarebbero tre ministri donne. Fonti parlamentari riferiscono infatti che, pur restando ancora alcuni nodi da sciogliere, tra cui quello ormai noto della presenza di alcuni esponenti politici nell'esecutivo, l'urgenza di stringere i tempi è ormai ineludibile, anche valutando l'andamento dei mercati. A quel punto la fiducia ci potrebbe essere già giovedì, in entrambe le Camere: al mattino al Senato e al pomeriggio alla Camera. Secondo l'ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, invece, la giornata gisuta sarebbe venerdì. Lunga giornata - E' il frutto di una giornata lunga, di consultazioni delicate, di trattative. Del tutto impraticabile la possibilità di avere nel governo Alfano, Bersani e Casini, lo scudo politico cioè che voleva darsi Monti per garantirsi un esecutivo di lunga durata, il premier ha ribadito a Pier Luigi Bersani la volontà di inserire nella squadra Giuliano Amato oltre all'ex braccio destro di Berlusconi Gianni Letta. "Abbiamo incoraggiato Monti a prosseguire con determinazione e rapidità senza porre termini temporali al governo", aveva spiegato Bersani, che secondo alcune fonti avrebbe dato l'ok alla presenza dell'esponente democratico. Invece no, la smentita arriva puntuale. D'altronde, lo stesso Letta aveva dimostrato qualche ritrosia. Questo governo - ecco il ragionamento dell'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio - deve poter fare riforme strutturali, rispondere ai mercati e all’Europa e non rischiare di morire prima ancora di nascere. Il problema innanzitutto è legato alle misure draconiane che il Professore sarà costretto a varare: il partito di via dell’Umiltà non vuole compromettere le prossime elezioni e lasciare praterie elettorali alla Lega. Inoltre c'è una questione interna al Pdl: alcuni ex ministri e l’area ex An non vogliono in alcun modo sposare un esecutivo politico, considerano possibile solo la presenza di Letta, non di altri. In realtà l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio si è tirato indietro alcuni giorni fa, ha indicato un altro nome del Pdl, ma anche Berlusconi insiste sulla presenza di Letta. Trattative in corso - I ministri, proprio per i veti incrociatì del Pdl e del Pd, per ora dovrebbero essere tecnici  continuano a circolare i nomi di Tabellini all'Economia (con De Yolanda capo gabinetto), di Capotosti alla Giustizia, di Secchi allo Sviluppo Economico, di Settis ai Beni culturali, di Mosca Moschini alla Difesa, Cancellieri agli Interni, Dell’Aringa al Welfare (Lavoro e Salute), di Malaschini ai Rapporti con il Parlamento, Torchia alla Funzione Pubblica e Clini all’Ambiente. Sottosegretari alla presidenza del Consiglio potrebbero essere Catricalà e Moavero.