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La doppia beffa dell'autovelox: multe valide anche senza foto

Sentenza della Cassazione: se lo scatto non era chiaro prima la multa era contestabile. Ora nessuno dovrà dimostrare la colpa

Andrea Tempestini
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Almeno, prima, ti restava la foto ricordo. La strada. Il culo - non certo inteso come fortuna - della tua auto. La targa. E una figura sfuocata al volante. Non proprio uno scatto d'autore da mettere nel profilo di Facebook o nel book per diventare modelli, ma almeno lo guardavi, lo riguardavi, e abbozzavi un sorriso. Prima di sbizzarrirti in una filastrocca di parolacce e improperi per - vaffanculo - l'ennesima raccomandata da firmare e, dopo averla aperta come apri ohhhhhhhh le carte a poker, per l'ennesima  - rivaffanculo - multa. Già, autovelox. Brutta cosa e brutto pure il nome. Un incubo. Quante volte avete inchiodato vedendo all'ultimo momento un'auto sospetta a bordo strada? E quante volte l'avete fatto su suggerimento del navigatore o degli abbaglianti della macchina appena incrociata? E quante volte - su, ammettetelo - vi siete affidati alle leggende metropolitane e avete spruzzato spray trasparente sulla targa sperando che il flash della terribile macchinetta della Polizia restasse abbagliato e non leggesse lettere e numeri? O ancora - questa era proprio trash - avete piazzato un cd nel vetro posteriore (esattamente nel posto che un tempo era riservato al cagnolino con la testa a penzoloni) o l'avete legato allo specchietto retrovisore sperando che accecasse l'autovelox? Ahahaha. Viene da ridere solo a ripensarci. Bei tempi, però. In cui, anche se sapevi di averla fatta sporca, potevi controllare. In cui, quando sospettavi che i Comuni usassero macchinette tarocche o tarate male per far cassa, eri tranquillo perché alla fine c'era la prova ultima. Decisiva. Inattaccabile. Quale? La fotografia. Che ti salvava in caso di errore, ma che alla peggio diventava un ricordo. Ecco, tutto ciò d'ora in poi non ci sarà più e altro che ridere. C'è da piangere. Scandalizzarsi. Indignarsi. Incazzarsi. La Cassazione, con la sentenza numero 23212 dell'8 novembre 2011, ha stabilito che la multa con autovelox, telelaser e altri dispositivi elettronici è legittima anche se non viene rilasciata la documentazione fotografica dell'avvenuta rivelazione nei confronti di un determinato veicolo in quanto la contestazione è affidata all'organo di polizia preposto. Una beffa. Tradotto, nessuno sarà più obbligato a dimostrare che sei stato tu il colpevole. Che eri proprio tu. Che era la tua macchina. Assurdo. Tutta colpa di un ricorso del Comune di Massa. L'amministrazione locale aveva impugnato la sentenza del tribunale di Massa che dava ragione al giudice di Pace in rappresentanza di un automobilista che aveva fatto ricorso ad una violazione del codice della strada per eccesso di velocità. Il giudice di Pace riteneva non provato l'accertamento della violazione per la mancata consegna dello scontrino con la stampa dei dati relativi alla velocità e alla targa del veicolo e osservava che in questo caso l'attestazione dell'agente, in quanto relativa ad un corpo o ad un oggetto in movimento, non poteva ritenersi assistita da fede pubblica. Alla sentenza del giudice di Pace, confermata dal tribunale, è seguito però l'immediato ricorso del Comune, che si è rivolto ai giudici di Palazzo dei Marescialli. I quali hanno ribaltato la sentenza. E la nostra pazienza. di Alessandro Dell'Orto

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