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Renzi, Tosi, Montezemolo: nasce Forza Passera

Ecco chi potrebbe far parte del movimento che il ministro vuole costruire nel 2013. I pro di Corrado: è giovane e ha pochi nemici

Giulio Bucchi
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Roberto Maroni è stato lucido e chiaro nel colloquio con Franco Bechis, pubblicato ieri da Libero: «Corrado Passera ha un futuro politico, non Monti. Sarà sempre più popolare perché trascorrerà i mesi a tagliare nastri e inaugurare opere pubbliche, magari sfruttando anche quello che abbiamo lasciato in eredità noi. Il progetto politico dei poteri veri è quello di affidare a lui la guida di un solo polo Lib-lab che avrà fuori certamente noi, la sinistra allargata ma sempre più radicale e vendoliana e forse Antonio Di Pietro e i grillini. Avranno in mano anche lo strumento micidiale della legge elettorale, che potrebbe essere usata proprio per rendere insignificante il peso di Lega Nord e sinistra non parlamentare». Questo è lo scenario: prima il Professore taglierà e tasserà, poi il super ministro dello Sviluppo - cioè l'ex numero uno di Intesa Sanpaolo  - passerà a mietere consensi, magari accompagnato da una sforbiciata a costo del lavoro e aliquote fiscali. Con l'obiettivo di creare una grande coalizione capace di vincere alle elezioni del 2013. Forse non sarà un partito vero e proprio. Più probabile che sia una federazione di interessi, così come nell'attuale esecutivo sono rappresentate l'anima cattolica e quella più laica. E così dopo Forza Italia, potremmo assistere a Forza Passera. La gestazione sarà lunga... ma l'ex banchiere ha due armi in più di tutti gli altri: 1) l'età, a 57 anni è ancora giovane per la  carriera politica; 2) non ha nemici dichiarati. Per dire, lui era una delle colombe ai tempi del lodo Mondadori tra la famiglia Berlusconi e il gruppo De Benedetti. In più come padri nobili vanta due mostri sacri: Romano Prodi, già dai tempi della Sme, e Carlo Azeglio Ciampi, che lo nominò a Poste Italiane. Al di là del complottismo è vero comunque che, per realizzare il grande movimento Lib-Lab, l'azione di Passera dovrà mirare alla distruzione di Pd e Pdl e addirittura della Lega, come teme l'ex ministro dell'Interno. Per abbattere il bipolarismo bisognerà dunque attrarre gli scontenti o le voci critiche da tutti i partiti, con un occhio di riguardo a età e seguito elettorale. Tenendo comunque presente che, in Italia, non esiste solo il presidente del Consiglio: anche il Quirinale scade nel 2013, per cui la campagna elettorale per il Colle s'intreccerà con quella per Palazzo Chigi. Dunque, prima di pensare al governo, Passera dovrà sistemare la partita per la presidenza della Repubblica. Dalle parole di Pier Ferdinando Casini, non ultime quelle pronunciate nella leghista Verona, è evidente che il leader dell'Udc punti a succedere a Giorgio Napolitano: forse per questo potrebbe sostenere Forza Passera, in funzione anti-Monti. Eh sì, perché se il Professore sarà troppo incensato,  diventerà difficile escluderlo dal toto-Quirinale: un percorso che ricorda molto quello di Ciampi... Con Casini in campo per l'ex manager di Intesa, automaticamente anche Gianfranco Fini e Francesco Rutelli - il Terzo Polo - porteranno i loro (pochi) voti alla corte di Corrado. Ma un 10-15% non basterà. Ecco allora l'amo lanciato nei due poli: a sinistra potrebbero abboccare Matteo Colaninno, Enrico Letta e Matteo Renzi (l'enfant prodige del Pd), desiderosi di stare in un movimento meno succube dei ricatti della Cgil. Con Marco Follini come segretario politico forte del nucleo centrista. L'amo a destra potrebbe invece attirare l'ala formigoniana, da tempo critica con la gestione del Pdl. Con il governatore lombardo potrebbero starci Maurizio Lupi (domani presenterà il suo libro con Enrico Letta e il neo ministro Ornaghi a Milano) e, dalla corrente «Liberamente», anche Franco Frattini (cresciuto col governo Dini). E la Lega? Resterà sulla linea del Po? «È quello a cui dobbiamo pensare ora», sosteneva Maroni, «perché certo non possiamo andare avanti una vita a urlare, dire no e portare la gente in piazza. Bisognerà inventarsi qualcosa per la seconda fase e soprattutto evitare che ci facciano fuori con le regole elettorali». Una soluzione ci sarebbe: se Formigoni va a Roma  si libera la poltrona di presidente della Lombardia, per cui lo stesso Maroni potrebbe candidarsi al Pirellone in modo da arrivare alla Padania (con gli altri due governatori di Piemonte e Veneto). Il Carroccio sarà così finalmente in grado di diventare la Csu bavarese, con appoggio esterno al governo Passera di Roma e - perché no? - Flavio Tosi “ambasciatore” leghista a Roma: gli scambi d'affetto di ieri tra il sindaco di Verona e i leader del Terzo Polo fanno pensare... Il grande partitone centrista ovviamente avrà anche il sostegno di parecchi imprenditori, pronti a scendere in campo. Qualche nome? Luca di Montezemolo, Diego Della Valle, Emma Marcegaglia o Patrizio Bertelli (mister Prada) e i Benetton. La strada è tracciata e la macchina c'è: vediamo quanto accelera Passera... la Fenice è pronta a volare. di Giuliano Zulin

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