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Il Grande Fratello di Monti Così vi spierà nei conti

Il premier vuole incentivare bancomat e carte di credito abbassando a 300 euro la soglia oltre la quale non si potranno più utilizzare i contanti

Andrea Tempestini
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Mario Monti porta in dote all'Italia il Grande Fratello fiscale, che può essere sintetizzato in una frase secca: meno contante, più bancomat e carte di credito. Questo l'obiettivo che si è posto il nuovo esecutivo, che vuole far scendere a 500 o addirittura 300 euro la soglia oltre la quale non si potranno usare le banconote. La stessa soglia era stata portata dal precedente ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a 2.500 euro. L'intervento era stato anticipato da Monti nel corso dell'intervento in Parlamento dello scorso giovedì: "Occorre ulteriormente abbassare la soglia per l'uso del contate, favorere un maggior uso della moneta elettronica". L'esecutivo insomma lavora sull'ipotesi di 'dematerializzazione' della moneta. Incentivi e disincentivi - Monti non vuole agire soltanto sul divieto dei pagamenti in contanti abbassandone la soglia, ma vorrebbe puntare anche sugli incentivi: tra questi, l'eliminazione delle commissioni sull'uso delle carte di credito. Inoltre Monti vorrebbe introdurre commissioni più penalizzanti ed elevate per chi preleva contante. Il pacchetto di misure assomiglia molto a quanto propose il governo di Romano Prodi, quando spinse per un tetto fissato a 100 euro per i pagamenti in contante. La misura poi non decollò in forme così estreme: la soglia venne progressivamente portata da 12.500 euro a 5mila euro, e infine all'attuale livello pari a 2.500 euro. Italiani abituati al contante - La misura che Monti ha in cantiere, ovvero una forte stretta sul fronte della tracciabilità fiscale, mira a combattere l'evasione fiscale. L'Italia, inoltre, è il Paese che in assoluto utilizza più cotnante e meno moneta elettronica. Secondo gli ultimi dati diffusi da Bankitalia, nel Belpaese il 43,7% delle spese viene affrontata pagando in contanti, per una media pari a 866 euro. Secondo la stessa ricerca, molti italiani lo fanno per abitudine o per la paura di frodi e clonazioni (il 52,1%), il 28,8% usa le banconote perché più semplici e il 12,3% per una questione di velocità.

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