Egitto, ancora morti e scontri Governo lascia, ma è caos

Lucia Esposito

In Egitto è caos. Il primo ministro, Essam Sharaf, e il suo governo si sono dimessi.  Il Consiglio Supremo delle Forze Armate sta valutando se accettarle o meno e ha invitato le forze politiche a un «dialogo urgente» per esaminare la crisi. Le elezioni parlamentari si svolgeranno 28 novembre, indipendentemente dalle sorti del governo Sharaf, come ha precisato il vice premier Ali el Selmi. Guarda il video su LiberoTv: Scontri brutali in Piazza Tahrir Guarda la fotogallery: Scontri a piazza Tahrir / 1 Guarda la fotogallery: Scontri a piazza Tahrir / 2 Nuovi scontri tra manifestanti e la polizia. Ad Alessandria, un poliziotto Š morto, mentre cinque manifestanti e altri sei agenti della polizia sono rimasti feriti in scontri.  È la seconda rivoluzione», dice una parola d'ordine raccolta sui blog in Internet, «dopo il tentativo di militari e governo di far fallire la prima». Di questo fallimento verso la democratizzazione del paese e il rispetto dei diritti umani i militari sono stati accusati anche in un rapporto diffuso ieri da Amnesty International. Secono quanto emerge militari al potere in Egitto non hanno migliorato i diritti umani e si sono resi invece responsabili di violazioni che in alcuni casi hanno persino superato quelle dell'era Mubarak. .Poi ci sono stati gli sviluppi drammatici di sabato e domenica, con scontri sanguinosi a base di lanci di pietre da una parte, con risposte di lacrimogeni e proiettili di gomma, ma anche proiettili veri, da parte della polizia. «Chiedono di rimanere intoccabili proprio a noi che abbiamo mandato a casa il vecchio regime del militare Mubarak?» chiedeva un gruppo di giovani manifestanti vicino alla sede della Lega Araba, sottolineando che comunque i militari hanno le loro responsabilit… nelle morti dei «martiri di piazza Tahrir». Anche per oggi i giovani hanno sollecitato un nuovo maxiraduno.