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Il Pdl spaccato sui congressi: che fatica per Alfano

Il segretario incassa il via libera solo per i congressi provinciali, che saranno completati al massimo entro gennaio

Andrea Tempestini
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I congressi provinciali entro gennaio. E quello nazionale, così come annunciato da Silvio Berlusconi, in primavera. Nel Pdl, però, non c'è accordo sulle incompatibilità tra cariche elettive a livello locale e leadership di partito sul territorio: ai rigidi paletti chiesti dall'ala berlusconiana rispondono ex An ed ex socialisti, favorevoli a maglie più larghe. È pieno a metà, quindi, il bicchiere del tavolo tecnico convocato a via dell'Umiltà da Angelino Alfano, segretario nazionale del Pdl. L'ex Guardasigilli incassa solo il via libera alla tabella di marcia sui congressi provinciali, che saranno completati al massimo entro il mese di gennaio. «I tempi devono essere brevissimi: prima di Natale puntiamo a farli tutti o almeno la stragrande maggioranza», annuncia Franco Frattini, ex ministro degli Esteri, al termine del summit. L'intesa manca, invece, sul nodo delle incompatibilità tra carica di governo locale e leadership di partito. «Ne abbiamo parlato: ci saranno», annuncia ancora Frattini. Che spiega: «Sarà un punto molto forte. La mia opinione è che tra le cariche di governo territoriale e quelle di segretario di partito ci debba essere incompatibilità». E questo perché, osserva, «chi ha una carica di governo sul territorio lavora nell'interesse dei cittadini e non può essere anche il capo di una parte politica». Diversa l'opinione di Fabrizio Cicchitto, che fa sapere di avere un'«idea completamente diversa sull'incompatibilità rispetto a Frattini». Il capogruppo alla Camera dà voce alle riserve sia di parte degli ex socialisti sia degli ex An, favorevoli ad una normativa meno rigida perché timorosi di perdere il collegamento tra partito, territorio e base elettorale. Risultato: «L'incontro è stato interlocutorio, torneremo a parlarne», confida un maggiorente del partito. Rinviata, per non alimentare ulteriori divisioni, anche la questione delle incompatibilità a livello nazionale, ovvero tra incarichi di governo e di partito. Nella prossima riunione un capitolo importante sarà dedicato alle primarie, il cui dossier è stato affidato a Mario Valducci. L'orientamento, in ogni caso, è di tenere primarie di coalizione aperte a Lega e, magari, Udc. Resta aperta anche la partita su viceministri e sottosegretari. Ufficialmente, ieri il tema non è stato affrontato. Alfano, tuttavia, in vista del ritorno di Mario Monti dalla trasferta europea non ha accantonato la pratica, sulla quale la discussione è destinata a subire un'accelerazione nel fine settimana. Nel Pdl resta da sciogliere il nodo della rappresentanza delle varie anime del partito. Gli ex An, infatti, rivendicano almeno quattro delle quindici poltrone che in base allo schema messo a punto dal premier spetterebbero, seppur sotto forma di tecnici d'area, al partito. Sono quattro i ministeri su cui si sono dirette le attenzioni degli ex An: Difesa, Interno, Infrastrutture e Beni culturali. I berlusconiani, invece, punterebbero su Comunicazioni, e quindi il ministero dello Sviluppo economico da cui dipendono, e, soprattutto, Giustizia.

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