I liberal Pd attaccano Fassina per cacciare un altro: Bersani
La ciccia non cambia: che il Partito Democratico stia all'opposizione, oppure che stia nella raffazzonata e immaginifica maggioranza che sostiene il governo tecnico di Mario Monti, la tendenza della creatura di Pier Luigi Bersani è quella di procedere a passo svelto verso l'autodistruzione. La nuova crepa interna al Pd si è aperta dopo le sparate del responsabile economico del partito, Stefano Fassina, un fedelissimo proprio di Bersani, che si è scagliato contro le richieste avanzate dall'Unione europea e dal commissario Olli Rehn all'Italia. Le assurdità - Le stranezze in questa nuova faida sono parecchie. Primo, fa specie che nell'occhio del ciclone ci finisca il braccio destro del segretario: per Bersani sembra l'ennesimo avviso di sfratto. Ma soprattutto è paradossale che il responsabile economico del principale partito di sinistra di punto in bianco si scagli contro le misure che l'Europa ci chiede, quelle stesse misure che Bersani ha sempre sponsorizzato come ineludibili e fondamentali. Il cortocircuito democratico è totale. La nota dei Liberal - In termini pratici, è successo che l'ala liberal del Pd, dopo la boutade di 'signor no' Fassina, ha chiesto che lo stesso Fassina venga sostituito. I firmatari del documento al vetriolo sono Enzo, Bianco, Ludina Barzini, Andrea Marcucci, Luigi De Sena e soprattutto Pietro Ichino, che da tempo propone un piano alternativo per il mondo del lavoro in Italia, piano che ha raccolto diversi consensi anche a destra (un piano che, putacaso, a Fassina non piace affatto). Il gruppo di democratici firmatari spiega che le posizioni del responsabile economico "appaiono in netta dissonanza rispetto alle linee di responsabilità e di rigore assunte giustamente da Bersani. Peccato che sia poi lo stesso segretario democratico a gelare il ramo liberal: "Questa richiesta di dimissioni non l'ho proprio capita". Allora gliela spieghiamo noi: caro Bersani, il suo responsabile economico ha appena de facto sconfessato la linea europeista sostenuta dal suo partito. "Un passo indietro" - Ma la nota firmata dai liberal Pd prosegue ancor più piccata: "Criticare aspramente la linea del rigore e sviluppo assunta prima dalla Banca d'Italia e poi dalla Bce, bollare come liberiste posizioni liberal come quella del senatore Ichino, prospettare soluzioni ispirate alle vecchie culture politiche del secolo passato, non è compatibile con il dovere di rappresentare il complesso delle posizioni assunte dal Pd". Così i Liberal chiedono a Fassina "un passo indietro" in modo da poter sostenere "le sue idee liberamente, senza il vincolo della responsabilità politica che gli è stata affidata". Le critiche di Fassina - Nei giorni scorsi il responsabile economico aveva aspramente criticato le ricette del commissario europeo Rehn suggerite all'Italia per uscire dalla crisi. "Le indicazioni riproposte oggi per la crescita dal commissario europeo Rehn - aveva sbottato Fassina - sono deprimenti sul piano intellettuale prima che economico".