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Nomine e supermaggioranza: Pdl e Pd dicono no al premier

Sottosegretari, salta l'incontro con Monti: Alfano, Casini e Bersani hanno paura di passare per 'inciucioni'. Malumori sul prof

Giulio Bucchi
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Alfano, Bersani e Casini sbattono la porta in faccia a Mario Monti. Il premier, desideroso di accelerare su manovra e incarichi ministeriali, aveva proposto ai leader di Pdl, Pd e Udc un incontro un vertice tra segretari di maggioranza e presidente del Consiglio. "No", hanno risposto in coro i primi. Un no da estendere anche ad eventuali vertici trilaterali, senza cioè lo stesso Monti. Questo perché, nonostante Casini abbia buttato lì l'idea di un governo di grande coalizione "Sogno un esecutivo Bersani-Alfano", ha detto il segretario Udc a Panorama), la tendenza è quella di non accreditare nessuna "maggioranza trasversale". Pd e Pdl, insomma, sono insieme per una serie di coincidenze, voteranno insieme su molti temi proposti dal governo ma, sottolinea Bersani, non "c'è una maggioranza". Mutismo e incomunicabilità, dunque? Assolutamente no: i leader si parlano e si vedono, in incontri però ufficiosi. E sì determinato a vertici bilaterali con Monti, in tempi brevissimi. Per il resto, però, è difficile trovare convergenze. Primo, perché è ancora freschissimo il timore dei partiti di passare agli occhi degli elettori per quelli che hanno accettato l'inciucio. Secondo, perché  i democratici, alle prese con beghe interne, di elezioni anticipate non vogliono sentir parlare, mentre nel Pdl (nonostante le rassicurazioni di Berlusconi di durata fino al 2013 del governo), la fronda che pensa a un esecutivo a tempo limitato alza di nuovo la voce.

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