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Vasco si racconta in un libro: "Quanta fatica fece mio padre"

Esce 'La versione di Vasco'. Ecco il lato intellettuale del rocker di Zocca e le sue verità sulla vita, l'amore e...la musica

Andrea Tempestini
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Esce La versione di Vasco, l'autobiografia del rocker di Zocca, edita da Chiarelettere. Non ce ne voglia il Blasco a cui viene perdonato sempre (quasi) tutto, ma citare nel titolo della sua fatica l'assoluto capolavoro di Mordecai Richler, La Versione di Barney, pare mossa troppo azzardata. Andando oltre questa considerazione, l'autobiografia saprà soddisfare i fan del rocker. "Le biografie sono tutte false. Io sono stato franco. Con questo libro di dichiarazioni forse si capirà di più la mia versione. La versione di Vasco", ha spiegato l'autore in un video postato sulla sua fanpage di Facebook. Vita spericolata del "social rocker"  - "Sono la dimostrazione vivente che si può vivere senza fare troppi compromessi" ammette il Blasco e, fra le righe, pare di intravedere un riferimento alla sua vita spericolata. Non mancano riflessioni filosofiche: "Dio è morto e l'uomo è il grande mistero e il grande miracolo di questo universo", ma soprattutto Vasco riflette anche su se stesso, sul suo ruolo e sulla sua immagine in continua metamorfosi, fra malattia e clippini, arrivando a confessare: "Non sono più una rockstar, sono un social rocker, cambio pelle come le canzoni". Ma non si pensi che la sua autobiografia arrivi al termine della sua carriera, come summa dei suoi lavori e del suo percorso musicale e di vita. Vasco non intende mollare la presa, anche perché per lui non esistono addii: "Mi piace andar via senza dir niente a nessuno, perche quando saluto mi viene una tristezza pazzesca. I saluti non li sopporto, chiedo scusa e anche comprensione per questa faccenda. Lasciate che non vi saluti quando vado via, tanto torno". Intellettual-Vasco - Per quel che riguarda altri contenuti dell'autobiografia - articolata quasi come una raccolta di aforismi, frasi e pensieri -, oltre alla musica e il rock, si parla del padre di Vasco, "che lavorava come un mulo" e "trovava suo figlio ancora a letto alle 11 del mattino...facevo il fighetto. Non dev'essere stato facile accettare un figlio che non aveva ancora le idee chiare su cosa voleva fare da grande". Poi le donne: Laura e le figlie femmine che Vasco avrebbe voluto ma non ha avuto. Vasco parla anche delle sue letture: si è divorato tutta la Recherche di Proust, e tra le pagine dell'autobiografia cita Dostoevskij e Nietzsche. Chi l'avrebbe mai detto?

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