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L'opposizione giova alla Lega E' finita l'emorragia di voti

Aver detto no al governo Monti fa bene al Carroccio: adesso i lumbard sono al 7% possono toccare il 12%

Lucia Esposito
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Il governo Monti fa bene alla Lega. Alle sue percentuali di voto, soprattutto, destinate a tornare a due cifre. La rimonta, dicono sondaggisti e analisti, è già iniziata. Il primo passo è stato fermare l'erosione di consenso di cui, secondo i principali istituti di ricerca, stava soffrendo il Carroccio nelle ultime settimane dell'esecutivo Berlusconi. «La mossa del cavallo di Umberto Bossi, ovvero la decisione di rimanere all'opposizione in solitudine, è destinata a a far raggiungere alla Lega il 10-12%», ipotizza Nicola Piepoli, presidente dell'omonimo istituto di ricerca. Il precedente del 1996 Per ora i movimenti, complice anche il poco tempo trascorso dall'ingresso di Mario Monti a Palazzo Chigi - 16 novembre - sono ridotti. Basti pensare che secondo Emg l'incremento del Carroccio nella settimana dell'avvicendamento alla guida dell'esecutivo è stato appena dello 0,1%, con la Lega che è arrivata all'8,8%. Sugli stessi ordini di grandezza i più recenti responsi di Demopolis (8%); Demos (7,7%) e Ipr Marketing (7,5%). Percentuali che in futuro potrebbero crescere fino a sfondare il tetto del 10%, il massimo storico raggiunto dal Carroccio alle Politiche. «Nell'ultimo mese, la Lega ha perso un punto percentuale passando dall'8,5 al 7,5%», spiega Piepoli. Un calo frutto dello sbandamento causato nell'elettorato dallo sfilacciamento dell'azione di governo. «Ma la situazione sta cambiando», anticipa Piepoli in vista del report settimanale atteso per lunedì. «Essendo la Lega l'unica forza politica in Parlamento all'opposizione, gran parte degli scontenti dirotteranno il loro consenso verso il Carroccio», prevede Piepoli. Quanto ne beneficerà la Lega, dipenderà dal gradimento del nuovo esecutivo. «Oggi l'indice di approvazione di Monti è del 73%, mentre quello del governo è del 70%. Non appena il quadro si stabilizzerà, con il varo delle prime misure lacrime e sangue, la Lega ne approfitterà». Esempio: «Una fiducia del governo Monti al 50%, il doppio di quanto raccolto dall'esecutivo Berlusconi negli ultimi tempi, è probabile che porti la Lega intorno al 10%. Con una punta massima del 12%. Stare all'opposizione, soprattutto in solitudine, rende molto». Lotte interne Maurizio Pessato, amministratore delegato di Swg, concorda: «La Lega è in crescita. Ed è merito della sua nuova collocazione all'opposizione. Una posizione grazie alla quale è destinata a raccogliere il consenso di chi è contrario al governo Monti». Pessato si aspetta un'inversione di tendenza fin dall'Osservatorio della prossima settimana sulle intenzioni di voto di dicembre. «La decisione di dire no al  nuovo esecutivo sta consentendo al Carroccio di recuperare quella fetta del proprio elettorato che negli ultimi tre mesi era in sofferenza a causa dell'immobilismo del governo Berlusconi». E in quest'ottica vanno lette le parole pronunciate ieri da Bossi all'indirizzo dell'esecutivo («fa schifo, mi sembra un governo di improvvisati»). «Il leader della Lega sta parlando a chi non è convinto delle soluzioni prospettate da Monti. Logico che questa linea, soprattutto all'inizio, sia destinata a portargli vantaggi in termini di consenso». Innescando una lotta intestina al centrodestra con il Pdl. «Al profilo più netto della Lega si contrappone il compromesso accettato dal partito del Cavaliere. Ed è fisiologico che l'incremento della Lega vada anche a scapito del Pdl. Il Carroccio sul centrodestra, ma anche Sel e grillini sulla sinistra, avranno gioco facile nel denunciare il loro no all'ammucchiata governativa che sostiene Monti». Opposizione unica opzione Più cauto Alessandro Amadori, direttore di Coesis Research: «La Lega è in una fase di riposizionamento. Spiazzata dalla rottura, almeno per adesso, dell'asse con Berlusconi. La scelta di collocarsi all'opposizione era obbligata: che doveva fare, sostenere il “governo dei tecnocrati” di Monti che rappresenta la sua antitesi? Meglio rivendicare la propria identità e tornare ai temi storici. Difficile, però, dire se questo basterà a risalire la china. È dall'ultima tornata amministrativa che il Carroccio ha imboccato una parabola discendente». Su un punto, tuttavia, l'analista dà ragione a Bossi: «Avesse appiattito il Carroccio sulle posizioni filo-governative, il calo nelle intenzioni di voto sarebbe stato sicuramente maggiore. Per questo sono pronto a scommettere che un anno e mezzo di opposizione alla Lega male non farà. Anzi».    di Tommaso Montesano

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