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Spudorati I politici in imbarazzo per l'inciucio Paragone: non sanno più di che vergognarsi

Bersani, Alfano e Casini rifiutano il vertice con Monti. Ma i veri grandi scandali sono benefit e spesa pubblica

Giulio Bucchi
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Hai voglia nascondersi, sgattaiolare, camuffarsi. Addirittura smentire. Il vertice interpartito voluto e ottenuto dal premier Mario Monti con i tre big di partito Alfano, Bersani e Casini, è la fotografia esatta  di com'è ridotta la politica in questa fase. Tre leader di partito che sostengono il governo e che nello stesso tempo non lo devono dare a vedere: il colmo. Perché non si doveva sapere di questo vertice? Perché smentirlo? Forse perché si vergognano di stare uno accanto all'altro dopo essersene date di santa ragione in parlamento e soprattutto fuori, per esempio in tivù. Forse perché ai rispettivi elettori infastidisce l'idea dell'ammucchiata o dell'inciucio perché ognuno ritiene se stesso più puro dell'avversario. Forse perché vorrebbero non “sporcarsi” le mani con le decisioni del governo (ammesso che cominci a prenderne). O forse ancora perché ci sono posti di sottogoverno da assegnare e i partiti vorrebbero che Monti non scordasse il bilancino della spartizione. Forse questo forse quello, fatto sta che i tre si sono visti ma non volevano che si sapesse. Beata ingenuità: ci hanno abituato ad avere notizie dalla camera da letto di Berlusconi, figuriamoci se possiamo restare a bocca asciutta di quel che accade nell'anticamera del nuovo governo. Tutto questo mistero comunque fa ridere perché mette in risalto - dicevo - la debolezza della politica di fronte all'impasto con altri poteri, quello economico-finanziario innanzitutto, di cui vive l'esecutivo Monti. Un impasto preponderante ma anche incapace di convincere i mercati, i quali non sembrano incantarsi più di tanto di fronte all'eleganza dei tecnici, dei professori e dei banchieri prestati alla politica. Casini che smentisce via twitter, Alfano e Bersani che negano la collegialità ma ammettono che contatti col presidente del consiglio ci sono stati sebbene singolarmente. Viene in mente la battuta: sa, mia moglie è incinta ma solo un poco. E a pensarci bene non siamo così lontani dal tema: un tempo ci si nascondeva dalle scappatelle con le amanti, adesso ci si nasconde per le scappatelle coi colleghi politici. Domando allora: a che serve una politica intimidita al cospetto dei poteri forti? Come faranno Alfano, Bersani e Casini a chiedere il voto agli elettori quando ci sarà sempre un Bossi o un Di Pietro o un Vendola che rinfacceranno summit a tre, incontri riservati e fughe nei tunnel dei palazzi romani? Non era allora meglio ammettere l'incontro con la precisazione sacrosanta che Pdl, Udc e Pd sostengono in parlamento il governo Monti e quindi incontrarsi non è consorteria? Oppure al Pdl, al Pd e all'Udc dà fastidio ammettere che non tutto ciò che veniva dall'altra parte era marcio? Mi viene il sospetto che se le cose andranno avanti su questa china fa bene la Lega a starsene all'opposizione (e vedremo se a breve Di Pietro non si sfilerà dalla maggioranza). In soldoni: perché nascondersi? Perché vergognarsi? Sono ben altre le situazioni in cui la politica dovrebbe essere in imbarazzo di fronte agli italiani. Quando per esempio abusa della propria posizione trasformando il potere a governare in potere a farsi i fatti propri. Quando i benefit della casta sono uno schiaffo in faccia alla gente normale. Quando la fila di auto blu fa capolino allo stadio o al teatro o davanti ai ristoranti. Quando lo spreco di denaro pubblico non ha fine e nessuno, ripeto nessuno, riesce a dargli un taglio. Ecco, per quello si dovrebbero vergognare i politici mica per il fatto che si vedano onde accordarsi sull'agenda del governo. Anzi, considerato il senso di colpa che li prende, approfittino di questa intesa bipartisan proprio per mettere mano agli sprechi della spesa pubblica; si guardino in faccia e si domandino se vale ancora la pena appesantire il bilancio dello Stato per spartizioni clientelari o per garantire privilegi ai portatori di voti. L'Italia ha bisogno di una classe politica che non si nasconda, di una classe politica fiera di esserlo e non arrogante per esserlo. I cittadini stanno vivendo un momento di grande confusione, di grande affanno e preoccupazione; per questo le istituzioni devono essere trasparenti. L'antipolitica spesso è il desiderio di avere un'altra politica. Niente di più. di Gianluigi Paragone

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