Cerca
Logo
Cerca
+

Il Cav a Monti: No alla legge elettorale e niente patrimoniale

Berlusconi parla chiaro al premier, poi chiude all'ipotesi di una sua lista alle elezioni e rilancia sulle riforma della giustizia

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Silvio Berlusconi, più pimpante che mai, è tornato a parlare nel corso della presentazione del libro dell'ex ministro della Giustizia, il segretario del Pdl Angelino Alfano. Il Cavaliere ha ribadito che non ci sarà la lista di Silvio Berlusconi, alternativa al Pdl, alla prossima tornata elettorale. L'ex premier ha sottolineato come "uno dei miei più grandi meriti" è il fatto di aver "creato un partito come il Pdl, capace di attrarre a sè altre otto sigle, creando un grande polo moderato. Sono convinto - ha aggiunto - che una campagna adeguata, in questo lasso di tempo che ci separa dalle elezioni, riusciremo a recuperare quei consensi che non sono andati ad altri partiti, ma che aumentano il nummero degli indecisi". "No alla patrimoniale" - Il premier ha poi parlato delsuo futuro, sottolineando che "nessuno può immaginare che io possa lasciare il Paese, le mie aziende e i cittadini nelle mani di una sinistra che tenta di occultare la tragedia del comunismo e che, anzi, è ancora ispirata in tutte le sue azioni all'ideologia comunista". Quindi, sempre per quel che riguarda il futuro del Paese, il Cav ha ribadito a nome del Pdl il 'no' a Monti per quel che non riguarda le misure economiche. Berlusconi ha detto chiaro e tondo che il Pdl non avvetterà una riforma della legge elettorale, ma soprattutto la patrimoniale, "un'imposta negativa. Invece che verso lo sviluppo, porterebbe le famiglie italiane verso l'impoverimento". "Nessuna golden share" - Berlusconi ha poi aggiunto di non aver mai detto che il Pdl detiene la golden share sul governo di Mario Monti. Il Cavaliere ha ribadito di "non averlo mai detto né pubblicamenete né al presidente del Consiglio incaricato". Per quel che riguarda il programma dell'esecutivo tencico, Berlusconi ha ribadito che "alla patrimoniale abbiamo detto assolutamente no, perché è un'imposta negativa e invece che verso lo sviluppo porterebbe le famiglie italiane verso l'impoverimento". Quindi un retroscena politico: "Non c'è mai stata l'ipotesi di un governo Alfano-Maroni. Francamente - ha svelato il Cavaliere - non è passato nella testa di nessuno che si potesse fare una cosa del genere. E non per me, che non avrei avuto problemi di questo tipo". Le riforme necessarie - L'ex presidente del Consiglio è poi tornato a ribadire quali siano le riforme necessarie per il Paese. "Non ho il telefonino e non lo uso da mesi. Le intercettazioni sono da Paese illiberale e non civile. Sono manomettibili in maniera troppo facile, ci vuole una legge per cambiare l'attuale sistema delle intercettazioni". Quindi ha rilanciato anche sulla revisione dell'architettura costituzionale: "Se non riusciamo ad uscire da questo vicolo cieco non c'è governo che possa intervenire positivamente per cambiare le leggi del nostro Paese. Non diventeremo mai un Paese giusto e moderno in grado di competere con gli altri Paesi se non avremo la possibilità di cambiare l'architettura costituzionale".  

Dai blog