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Anche la "barricadera" dell'Unità nel governo Monti

Cecilia Guerra, neo sottosegretario al Lavoro, scriveva per il quotidiano rosso: si batteva per le tasse e contro la Bce

Lucia Esposito
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Non una ma due patrimoniali. Se al governo serviva un'ulteriore spinta per incamminarsi sulla strada che porterà alla spremitura dei contribuenti il problema è risolto con l'arrivo del neosottosegretario Maria Cecilia Guerra. L'economista dell'università di Modena dovrà occuparsi di lavoro, welfare e pensioni al fianco del ministro Elsa Fornero, ma di sicuro non mancherà di dire la sua sui provvedimenti fiscali. Di questo infatti si occupa da una vita la Guerra, che non ha caso attualmente è docente di Scienza delle finanze, nel 1989-99 ha partecipato ai gruppi di lavoro nelle commissioni istituite presso il ministero delle Finanze e nel 2006 ha presieduto la commissione sulla tassazione dei redditi di capitale e finanziari diversi sempre presso il ministero dell'Economia. Una passione che negli ultimi anni, e con particolare intensità negli ultimi mesi, l'ha portata a bocciare praticamente tutte le mosse del governo in materia fiscale. A partire da quella sulla definizione delle controversie tributarieche, fu lei a coniare il termine “ad aziendam” in un articolo su Lavoce.info, agevolava anche la Mondadori di Marina Berlusconi.Accanto ad un serrato esercizio del diritto di critica (principalmente attraverso interventi sull'Unità e sul sito Lavoce.info), la Guerra si è dedicata anche alla fase propositiva. Tra i cavalli di battaglia, manco a dirlo, il prelievo sulla proprietà, che secondo la Guerra «potrebbe dare luogo a un gettito continuativo», considerato che «il patrimonio è abbastanza stabile» e «avrebbe anche un effetto redistribuitivo». Di recente la professoressa ha anche alzato il tiro, proponendo di applicare una doppia patrimoniale, una locale e una nazionale. In modo da comprendere nella riforma anche l'Ici, perché «il fatto che non ci sia più sulla prima casa è un problema serio». Ed ecco allora il doppio prelievo, che a livello locale, «con aliquote modulabili dai Comuni, dovrebbe riguardare il patrimonio immobiliare, comprese le prime case», mentre a livello nazionale dovrebbe colpire «il patrimonio complessivo del contribuente». Ma anche qui sempre sulle abitazioni si va a finire. Per la Guerra sarebbe infatti necessario «approntare una corretta valutazione del patrimonio immobiliare» perché «il valore catastale degli immobili è oggi molto sottovalutato e molto sperequato». Discorso diverso per il patrimonio finanziario, dove spunta un altro doppio livello di imposizione. Essendo più difficile da quantificare e scovare, si deve ricorrere «non solo a un'imposta sulle transazioni, che non può che essere coordinata almeno a livello europeo», ma anche ad «una adeguata tassazione dei redditi finanziari a livello nazionale». Per il neo sottosegretario non si tratta di misure straordinarie, per fronteggiare l'emergenza, ma di veri e propri interventi strutturali giusti e sani, a prescindere dal livello complessivo della pressione fiscale. «Se la lotta all'evasione fiscale avesse successo», spiega la Guerra in uno dei suoi ultimi articoli, «sarebbe meno impellente il passaggio a una tassazione patrimoniale. Ma ciò non toglie che, nell'ambito di una revisione fiscale, si debba discutere in modo del tutto laico anche del coinvolgimento del patrimonio a contribuire all'imposizione».Quanto al welfare inutile dire che per la professoressa va fatta tabula rasa dell'attuale legge delega, «che prevede politiche sociali rivolte solo a persone che ne abbiamo autenticamente bisogno, come se tutte le statistiche europee non ci confermassero, ogni anno, che siamo il Paese più arretrato, per politiche a sostegno della famiglia, dei poveri, dei minori, degli esclusi, ecc.». Come dire: scordatevi i tagli alla spesa. di Sandro Iacometti

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