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L'ultima trovata della sinistra: l'Iphone4 è per gente di destra

Tecnologia e politica. La denuncia: cliniche abortiste non vengono segnalate. E anche Facebook e Google sono conservatori

Andrea Tempestini
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L'ex presidente democratico Bill Clinton sostiene che grazie a lui gli Stati Uniti hanno visto negli anni Novanta il boom delle nuove tecnologie e della new economy. Il suo vice Al Gore addirittura millantava di essere l'inventore di internet. Per non parlare di Barack Obama, che è stato soprannominato «iPresident» per il tentativo di trascinare nel «pantheon» degli eroi democratici il defunto Steve Jobs, fondatore della Apple e rinomato per i suoi metodi poco rispettosi dei diritti dei lavoratori. Le nuove tecnologie, a parte le sparate dei cosiddetti progressisti, sembrano sempre meno «figlie» della sinistra. I grandi colossi americani del settore, Apple, Google, Facebook, Yahoo, in questo momento non guardano di certo alla Casa Bianca degli Obama come a un punto di riferimento. Anzi, a parte qualche cena con Barack, sembrano in molti casi più interessati a quello che sta accadendo sul fronte repubblicano, in cui è ancora tutta aperta la sfida fra i candidati alle presidenziali del 2012. Per non parlare poi del fatto che questi giganti dell'informatica sono diventati così grandi e insuperabili proprio negli anni in cui era al potere il predecessore di Obama, il tanto odiato e criticato repubblicano George W. Bush. Pareva il paladino della destra oscurantista e invece sotto di lui è nato e prosperato Facebook, Google e la Apple hanno preso il volo a Wall Street. Basta metterli insieme e raggiungono centinaia di miliardi di dollari in valore di mercato. Perfino le loro creazioni, come i ricercati iPhone della casa di Cupertino, «guardano» a destra. E addirittura «parlano» come un sostenitore del Gop. Negli Usa fra i possessori dell'ultima versione del «melafonino» impazza il gioco delle domande al sistema vocale «Siri», che permette di interagire col cellulare. Pare proprio che certe risposte siano uscite da un convegno conservatore. Lo strumento sembra incapace di dare indicazioni a chi chieda dove si trova la più vicina clinica per interrompere la gravidanza e, invece, indirizza verso ospedali «pro-life» che assistono le nascite. A sollevare il problema in maniera polemica sono stati alcuni blogger e un gruppo di attivisti in diversi Stati americani. C'è anche un comico, Stephen Colbert, che ha candidato la creatura di Jobs alla corsa per la nomination repubblicana. «Siri deve essere una signora ultra-conservatrice, anche un po' xenofoba. Quando ho simulato accenti stranieri ha fatto finta di non capire cosa le stessi dicendo... Ma almeno – ha detto Colbert in uno spettacolo - lei non è ancora andata a letto con Herman Cain», il candidato nero dei repubblicani accusato di molestie sessuali da ex colleghe. Non scherzano di certo Facebook e Google, che si rivolgono sempre di più alla destra, anche per assumere nuovi lobbisti. Il social network più famoso del mondo ha fatto entrare nel suo team Joel Kaplan, l'ex vice capo dello staff di G. W. Bush, e l'ha messo a dirigere l'ufficio (politico) di Washington. Altri acquisti comprendono Myriah Jorden, che ha lavorato per il senatore repubblicano Richard Burr, e Kathie Harbath, ex analista del National Republican Senatorial Committee. Tutti questi avranno un ruolo cruciale nel «Polical Action Committee», creato da Facebook per sostenere i candidati amici. Intanto Google, dopo aver sponsorizzato Obama, ha aperto alla destra e firmato accordi con 18 studi professionali specializzati in attività lobbistiche. Le cifre parlano chiaro: Facebook spenderà un milione di dollari quest'anno, più dei due anni precedenti insieme, con un numero di consulenti politici passato da due a oltre 25, mentre Google supererà di molto i 5,2 milioni del 2010. E mentre Apple ieri ha incassato una bruciante sconfitta (si è vista respingere da un giudice il ricorso contro Samsung che puntava a bloccare la vendita negli Usa del tablet Galaxy e di tre modelli di smartphone), cresce l'attenzione reciproca fra i big e la politica: il Congresso monitora con attenzione tematiche che coinvolgono Mountain View, come la concorrenza sleale e i brevetti, e Facebook, cioè la privacy. Non finisce qui. Google ha già sponsorizzato un dibattito tra candidati repubblicani assieme alla Fox News, lo stesso ha fatto nelle settimane scorse Facebook. di Alessandro Carlini

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