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Tutti i favori del governo ai banchieri

Tracciabilità, garanzie sui bond e pagamenti Stato-privati vietati in contanti: la manovra toglie agli italiani e dà agli istituti

Giulio Bucchi
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Borse e titoli di stato apprezzano la manovra di Mario Monti. Un motivo c'è e forse non sono né il rigore sui conti dell'Italia né l'equità sociale sbandierati dal premier. Più semplicemente, la finanza esulta perché il governo dei tecnici (quasi tutti imparentati con quegli stessi Palazzo del credito) le sta regalando qualche favore. Tre, per la precisione. A livello sistemico, sarà lo Stato a garantire sulle passività delle banche italiane e sulle loro obbligazioni. Una copertura economica che andrà dai 3 mesi ai 5 anni per le passività e ai 7 anni e per le obbligazioni bancarie di nuova emissione. Dettagli tecnici? Può darsi, ma l'impatto sarà anche nella vita di tutti i giorni. La soglia della tracciabilità, per esempio: scenderà dagli attuali 2.500 euro a 1.000 euro. Vietati, dunque, pagamenti in contati superiori a questa cifra, con conseguente spostamento di ingenti somme sui conti correnti (e relative commissioni a beneficio degli stessi istituti). C'è chi, come la coppia Marra-Scilipoti, protesta contro il signoraggio di Bilderberg sull'Italia e lo strapotere dei banchieri, sostenendo che questi flussi "virtuali" addirittura raddoppino il denaro in mano agli istituti. Pessimisti? Complottisti? Di sicuro, c'è un terzo favore agli stessi istituti: "I compensi comunque corrisposti dalla pubblica amministrazione centrale e locale e dai loro enti, in via continuativa a prestatori d'opera e ogni altro tipo di emolumento a chiunque destinato" oltre i 500 euro non potranno essere versati in contanti. Anche in questo caso, a gonfiarsi sono i conti corrrenti.  

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