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Molto ragioniere, poco prof Monti non ha riformato nulla

La manovra non è altro che una serie di sottrazioni: la faceva pure Filini. Mari non era l'uomo che avrebbe fatto delle magie?

Andrea Tempestini
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Più che quella di un professore, sembra la manovra di un ragioniere. Il signro Mario Monti, seduto al suo tavolo armato di scure, ha tagliato e tassato ovunque. Tanti balzelli e poca crescita insomma: molto poco bocconiano, molto più Filini, il mitologico braccio destro di Fantozzi abile a far di conto. Anche la stampa che ha chiamato a gran voce la scesa in campo del professore di Varese, ora, critica la sua stangata: il Corriere della Sera, per esempio rimproverava al premier di non aver tagliato la spesa statale. E ancora, il quotidiano di Via Solferino sottolinea come contro l'evasione sia stato fatto poco e nulla, esattamente come per le riforme del settore pubblico. Da una figura di alto profilo come quella di Monti ci si aspettava qualche ricetta più arguta rispetto che una serie di rincari che cadono a pioggia su qualsiasi voce di spesa. Gli stangati saranno i soliti noti: contribuenti onesti e cittadini con un reddito medio. Il professore di Varese non è riuscito a stupire nessuno - semmai a fare arrabbiare tutti - e non è riuscito nemmeno ad estrarre mezzo coniglio dal cilindro. Per la crescita, nel testo definitivo della manovra, non si vede nulla. Le imprese esultano soltanto per il fatto che i 170 miliardi di sgravi fiscali di cui godono ogni anno non sono stati toccati. Se questo è il Professore...

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