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L'Italia da Champions League ha bisogno di una manovra

Inter prima ma nei guai, gioie Milan e Napoli, però l'urna fa paura. Il mercato è essenziale per non sparire

Lucia Esposito
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Festeggiare è bello e doveroso, ma senza esagerare. Fa bene Napoli a celebrare l'impresa degli uomini di Walter Mazzarri, ma tutto il nostro calcio dovrebbe concedersi un po' di serenità dopo la qualificazione delle tre italiane agli ottavi di Champions League.  Nessuno è come noi in Europa, ma non c'è da rilassarsi. Comunque vada il sorteggio del 16 dicembre, alle nostre squadre servono rinforzi per sognare un posto tra le migliori otto d'Europa. Sul Golfo la festa è appena iniziata, ma Mazzarri ieri ha riportato tutti alla realtà: «Real o Barça? Pensiamo al Novara», ha detto il tecnico azzurro rituffandosi nel campionato.  Dopo l'accoglienza a Capodichino (duemila persone ad attendere la squadra fino alle 4 di notte), l'allenatore ha concesso un giorno di riposo ai suoi e si è regalato una passerella ai microfoni di  Sky. «Sono andato a riprendere il pallone di Nilmar per dare una scossa. E i ragazzi hanno capito perfettamente il messaggio», ha detto Mazzarri facendo intendere di essersi fatto espellere di proposito. Un'uscita da  “guappo”, ma perdonabile dopo un'impresa che non si vedeva dai tempi di Maradona. Non si potrà invece assolvere Aurelio De Laurentiis se - con i 20 milioni di euro europei - non rinforzerà la squadra per risalire in campionato e affrontare al meglio gli ottavi: servono un difensore (e ora ci sono i soldi per un'offertona a Chivu, mentre Bocchetti non si farà prima di giugno), un attaccante giovane (Thievy dell'Espanyol o Taarabt del Qpr) e un vice-Hamsik (si parla di Diego Buonanotte, 23enne argentino finito ai margini dopo pochi mesi al Malaga). Anche se ieri, nell'euforia della festa, l'agente dello slovacco ha aperto al rinnovo di contratto. Nonostante il secondo posto, sorride anche il Milan: il Real è lo spauracchio, ma dal Bayern Monaco in poi le altre palline offriranno avversari alla portata dei rossoneri (Arsenal e Chelsea, oltre agli asupicabili Apoel e Benfica). Tanto più se - come assicura Galliani - arriverà  Tevez a occuparsi della pratica scudetto. E ad aprire la strada per una ricca cessione a giugno (più Robinho che Pato). I guai fisici di Van Bommel (ma a Bologna ci sarà, mentre ieri Gattuso è finito in ospedale per una contusione al naso) e la scarsa vena di Ambrosini, però, dovrebbe  spingere Allegri a chiedere un altro centrocampista: non sarà il brasiliano Paulinho («il Milan non ha i soldi», la battuta al veleno del suo procuratore), potrebbe essere Montolivo. La Fiorentina ha decretato la cessione immediata del giocatore in scadenza: per prenderlo bastano due milioni, recuperabili dagli stipendi dei partenti El Shaarawy e Inzaghi (Marsiglia e Lazio si aggiungono alle pretendenti). Per un singolare paradosso, invece, c'è  poco da festeggiare in casa Inter nonostante la prima piazza nel girone. Gli ottavi sembrano una formalità, ma la squadra che ha perso con il Cska Mosca rischia una figuraccia contro chiunque. E la situazione sul mercato non fa ben sperare: fermo il fronte Juan (si attende l'ok di Moratti per l'offerta da 5 milioni), si è bloccata anche la trattativa con  Kucka a causa del litigio tra il genoano e il suo procuratore. Il patron comunque ha assicurato che qualche ritocco ci sarà, ma in attacco gli investimenti arriveranno solo in caso di cessione. È ballottaggio per la nuova punta (Eduardo Vargas o Farfan), mentre l'indiziato a partire è solo Milito. Psg e Tottenham sono alla porta: la festa è finita per il Principe? di Francesco Perugini  

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