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Attentato contro le tasse Bomba ad Equitalia

Sede di Roma, esplode ordigno: rivendicano gli anarchici della Fai. Ferito il numero due della società. Si temono nuove azioni

Lucia Esposito
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Si presentava come un pacco postale, invece era un pacco-bomba degli anarchici quello esploso nella tarda mattina di venerdì 9 dicembre contro una sede dell'agenzia delle Entrate, l'Equitalia di via Millevoi, a Roma. L'esplosione ha ferito la mano del direttore della sede, Marco Cuccagna, che ha perso una falange. Si è poi appreso che l'uomo "è stato ferito anche al volto, perché nello scoppio è andata in frantumi una scrivania di vetro", ha spiegato il direttore centrale di Equitalia, Angel Cocco. Cuccagna è stato trasportato in codice giallo al Sant'Eugenio.  La Digos, coordinata dal pm Piero Saviotti,  indaga per risalire all'autore del gesto. Fonti investigative e degli apparati di sicurezza hanno detto all'Adnkronos  che "con ogni probabilità non si tratta di un episodio isolato e potrebbe essere in atto un'altra campagna natalizià dei gruppi di ispirazione anarco-insurrezionalista". Potrebbe quindi non essere finita con questo attentato. "Non è escluso che possano essere stati inviati altri plichi esplosivi, l'allerta è massima".  Il gesto è stato poi rivendicato dalla Fai, la Federazione anarchico informale. Dagli accertamenti compiuti dagli investigatori sul documento trovato nel plico esplosivo indirizzato alla sede di Equitalia, emergerebbero contenuti simili a quelli del testo che accompagnava il pacco bomba recapitato ieri a Francoforte alla Deutsche Bank. Secondo quanto si apprende il plico sarebbe stato spedito da Milano. Guarda il videocommento di Pietro Senaldi, vicedirettore di Libero: Clima d'odio contro il fisco Pacco di Natale - Il plico, che sembrava un regalo di Natale, era una busta con involucro a bolle che è stata recapitata per posta. Secondo quanto si è appreso è esplosa al momento dell'apertura nella sede legale dell'agenzia pubblica per la riscossione dei tributi. Il procuratore aggiunto Piero Saviotti ha ipotizzato il reato di attentato per finalità di terrorismo. Sul posto della deflagrazione sono intervenuti anche gli artificieri. I colleghi di Cuccagna hanno riferito alla stampa di un pesanitssimo clima di intimidazioni, che proseguirebbe da settimane. Secondo alcune fonti interne, infatti, da un paio di settimane le misure di sciurezza in via Millevoi erano state rese più stringenti, per esempio con la chiusura anticipata di alcuni cancelli. "La nostra considerazione è che contro Equitalia è andata in scena negli ultimi tempi una campagna denigratoria e di disinformazione - ha spiegato il direttore centrale di Equitalia, Angelo Coco -. Non solo da parte di una certa stampa che ha prestato il fianco, ma anche portata avanti da politici di secondo piano". "Matrice anarchica" - Secondo quanto si sono lasciati scappare gli inquirenti, dietro l'attentato ci sarebbe "una matrice anarchica. Con ogni probabilità - hanno aggiunto - non si tratta di un episodio isolato e potrebbe essere in atto una nuova campagna natalizia dei gruppi di ispirazione anarco-insurrezionalista". Resta così alto il rischio che l'offensiva non sia finita con l'episodio di venerdì 9 dicembre. Gli inquirenti hanno inoltre collegato l'episodio con quello di un plico esplosivo inviato giovedì 8 dicembre al presidente delle Deutsche Bank, Josef Ackermann. "Tre esplosioni contro banche, banchieri, zecche e sanguisuge": questo il testo contenuto nella lettera, scritta a mano e in italiano. Nel 2010 l'area anarco-insurrezionalista aveva invaiato, sempre a dicembre, pacchi a differenti sedi diplomatiche. Ora, invece, l'obiettivo sarebbe istituti legati ad ambienti della finanza e degli affari. Le testimonianze - Marco Lotito, un dipendente di Equitalia, ha fornito la sua testimonianza degli attimi dell'esplosione: "Pensavo fosse il rumore di una porta tagliafuoco. Io ero al primo piano, l'ufficio del direttore generale al secondo. Non ci sono misure di sicurezza particolari - ha aggiunto -, ma da oggi saremo più attenti". Sui sistemi di sicurezza e sul fatto che il plico sia stato aperto direttamente dal direttore, il dipendente di Equitalia ha spiegato: "Evidentemente si sentiva sicuro di aprirla". Il direttore ferito - Marco Cuccagna, 50 anni, è direttore generale della società pubblica di riscossione dei tributi dal settembre 2008. Sposato, due figli dal 2007 ha guidato come amministratore delegato Equitalia Cerit, la società di riscossione per le province di Firenze e Massa Carrara. Dal 2002 al 2007 Cuccagna ha ricoperto l'incarico di direttore dell'Ufficio pianificazione e controllo dell'Agenzia delle Entrate. Laureato in Economia e commercio all'Università La Sapienza di Roma,  è stato Direttore amministrazione finanza e controllo di Immobiliare Rio Nuovo spa del Gruppo Deutsche bank. Dal 1999 al 2001 è stato responsabile della funzione pianificazione e controllo di Metropolis spa del Gruppo Ferrovie dello Stato. Dal 1995 al 1999 ha lavorato come responsabile della sede di Roma della Hyp Solutions Italia. Dal 1990 al 1995 ha svolto l'attività di controller per l'Iritecna/Fintecna spa. Dal 1986 al 1990, infine, ha lavorato nella divisione Audit dell'Arthur Andersen a Roma. Il commento di Monti - Il Presidente del Consiglio Mario Monti, ha espresso la propria solidarietà e vicinanza umana e istituzionale al direttore Marco Cuccagna, rimasto ferito nell'attentato a Equitalia. Ed ha manifestato al presidente Attilio Befera la propria stima e sostegno per l'azione fin qui svolta. "Equitalia ha sempre svolto e continua a svolgere esclusivamente il proprio dovere, nel pieno rispetto delle leggi. Una funzione essenziale per il funzionamento dello Stato, senza la quale non sarebbe possibile erogare servizi ai cittadini ed alle loro famiglie" Almanno durissimo - Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha parlato di "un atto scellerato". Il primo cittadino della Capitale ha poi espresso "la massima vicinanza e solidarietà della cittadinanza e delle isituzioni capitoline". Successivamente sono arrivati attestati di stima e di solidarietà anche dalla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e dal presidente della Provincia, Nicola Zingaretti.

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