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Ora si teme un nuovo attacco Ecco chi sono gli anarchici Fai

La Federazione anarchicha informale sarebbe pronta a colpire ancora; prima di Roma, hanno spedito un ordigno contro Deutsche Bank

Lucia Esposito
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Hanno colpito di nuovo, gli anarchici che da qualche anno si riuniscono sotto il cappello della Fai: la sigla che sta per Federazione Anarchica informale. Questa volta il depistaggio è partito da Milano, dove il pacco bomba è stato spedito. A Roma, come purtroppo ormai è prassi, la busta gialla è stata recapitata da un ignaro postino (rintracciato e subito sentito dalla Digos) e aperto dal direttore generale di turno, in questo caso di Equitalia, il quale ha perso una falange della mano destra e rischiato seri danni alla vista solo per essere capitato nel mirino degli insurrezionalisti. Il volantino di rivendicazione, e anche in questo modo di agire non ci sono novità, è stato ritrovato dalla polizia Scientifica in sede di analisi. Dentro il pacco, piegato in modo che non fosse distrutto dalla deflagrazione, e in grado di dire il poco che interessa loro. Gli artefici di una lunga scia di attentati, l'ultimo appena 24 ore prima, hanno tenuto a stabilire la paternità dell'attentato. Proprio come per il pacco bomba recapitato giovedì scorso a Francoforte all'indirizzo dell'amministratore delegato della Deutsche Bank, Josef Ackermann. Le indagini sono ovviamente coordinate dal pool Antiterrorismo della procura di Roma. Il fascicolo ha già l'intestazione: si procede per attentato con finalità di terrorismo. Il volantino recuperato ieri è analogo a quello giunto a Francoforte e, infatti, i conti tornerebbero. Nella lettera indirizzata ad Ackermann si parlava di «tre esplosioni contro banche, banchieri, zecche e sanguisughe»: un avvertimento che l'operazione sarebbe proseguita nell'immediato almeno dei confronti di altri due obiettivi. E uno, a quanto sembrerebbe, sarebbe stato colpito ieri a Roma, in zona Ardeatina, dove alle 12.30 la bomba anarchica ha tuonato al secondo piano della direzione di Equitalia. A questo punto, ci sarebbe ancora un ordigno in giro. Un altro pacco esplosivo, forse già spedito, in viaggio verso un'altra vittima. Un'ipotesi che ha messo in grave allarme tutte le questure d'Italia. Non solo, l'Intelligence ha contattato altri Paesi a rischio, per suggerire di alzare il livello di allerta e intensificare i controlli presso le sedi delle istituzioni bancarie. Per gli investigatori, però, la caccia parte da più lontano: dal web. Siti internet, forum, blog e gruppi sui principali social network sono analizzati dagli specialisti delle investigazioni, i quali hanno già trovato moltissime proteste virtuali nei confronti di Equitalia, la società considerata nella maggior parte dei casi la «longa manus» dello Stato nelle tasche dei cittadini. Il web è pieno di forum nei quali si invita alla protesta contro la riscossione dei crediti. «Resistere», «manifestare», «sopprimere» sono le parole ricorrenti in Rete. Gli investigatori non sottovalutano anche il periodo in cui questo ultimo attacco sta avvenendo. Il Natale alle porte fa tornare alla mente la scia di attentati dello scorso anno, che a partire dal 23 dicembre aveva preso di mira le ambasciate. Per fortuna, però, i plichi erano esplosi solo in due sedi diplomatiche, quella della Svizzera e quella del Cile. Ad aprile gli attentati si erano sposati verso i militari, prendendo di mira, sempre con la stessa tecnica, una caserma a Livorno e un'associazione per il nucleare in Svizzera.  di Roberta Catania

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